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Umberto Prencipe e la Toscana. Tra Modernità e Tradizione

Fondazione Ragghianti

Lucca, Fondazione Ragghianti, 28 febbraio - 22 giugno 2014.
A cura di Sacchi Lodispoto T. e Spinazzè S.
Lucca, 2014; br., pp. 197, ill. b/n e col., tavv., cm 27x23,5.

ISBN: 88-89324-34-1 - EAN13: 9788889324349

Soggetto: Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Toscana

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.02 kg


Pittore e incisore straordinariamente produttivo, presente alle principali rassegne nazionali e internazionali, più volte premiato, Umberto Prencipe (Napoli 1879 - Roma 1962), attraversa in maniera autonoma la prima metà del Novecento con il suo linguaggio lirico e intimista, aperto a soluzioni contemporanee ma allo stesso tempo saldamente ancorato nella cultura romantica e simbolista.
Dopo le mostre Umberto Prencipe. Paesaggi dell'anima e Umberto Prencipe. Realtà e visione, organizzate rispettivamente nel 2008 nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e nel 2009 a Roma nelle sale di Palazzo Baschi (Museo di Roma), questa nuova esposizione intende prendere in esame il rapporto dell'artista con il paesaggio e la scena culturale della Toscana.

Le ragioni della mostra.
Intenso e fecondo è il rapporto di Umberto Prencipe con la Toscana e in particolare con la città di Lucca e i suoi dintorni, che si svolge in tre diversi momenti della sua vita. Nel 1899, giovane pittore ancora in formazione presso l'Accademia di belle arti di Roma, l'artista trascorre un breve periodo estivo a Viareggio; tra il 1914 e il 1921 vive tra Lucca, dove insegna per un anno incisione al locale Istituto di belle arti, e la Versilia; tra il 1956 e il 1957, ormai anziano, soggiorna a Barga e a Saltino di Vallombrosa realizzando struggenti vedute.
È in particolare la stagione 1914-1921 quella più ricca di opere e di implicazioni. Si tratta di un periodo determinante, segnato dall'incontro con il pittore Alceste Campriani, allora direttore dell'Istituto di belle arti di Lucca, e artisti di cultura postmacchiaiola (Antonio Antony De Witt, Moses Levy e Giuseppe Viner), sensibili in quegli anni agli stimoli della cultura francese. Fondamentale anche l'amicizia con "il principe dei giornalisti italiani", Ugo Ojetti, vicino di casa a Forte dei Marmi, convinto sostenitore della necessità di conciliare la tradizione nazionale ottocentesca con la modernità cezanniana. Sono contatti densi di sviluppi, destinati a segnare nella pittura di Prencipe un deciso mutamento di rotta, ben evidente nei molti paesaggi realizzati nella campagna intorno a Lucca, Viareggio, Bozzano, Forte dei Marmi, Massarosa.

L'artista.
Umberto Prencipe (Napoli 1879 - Roma 1962) Formatosi all'Accademia di belle arti di Roma, dopo il successo ottenuto nel 1905 con il dipinto Clausura, premiato dall'acquisto della Galleria nazionale d'arte moderna, Prencipe si trasferisce a Orvieto, dove porta avanti una ricerca di tipo simbolista incentrata sul concetto di paesaggio stato d'animo, ritraendo angoli deserti della cittadina umbra in profondo accordo con la propria malinconica condizione interiore.
Durante una permanenza in Toscana (1914-1921) l'artista abbandona progressivamente le evocazioni simboliste, realizzando paesaggi in cui la tradizione dell'Ottocento si concilia con la sintesi costruttiva di Cézanne e le accensioni cromatiche dell'espressionismo francese.
Tornato a Orvieto nel 1921, Prencipe elegge nuovamente la "città del silenzio" a musa ispiratrice privilegiata, alternando una personale elaborazione del paesaggismo cezanniano e novecentista a un fare di ispirazione neoromantica, dalle sottili suggestioni atmosferiche. A fronte delle correnti che animano il ritorno all'ordine l'artista mostra, dunque, di preferire una linea alternativa, una sorta di moderata modernità.
Nel dopoguerra, lontano per scelta dalle problematiche e dai dibattiti della pittura del tempo, Prencipe, ormai residente a Roma dove dal 1936 insegna incisione all'Accademia di belle arti, rimane fino alla fine fedele alla sua estetica del silenzio, continuando a dipingere malinconiche vedute cittadine, spesso vicine, per la scelta di un raffinato tonalismo, alle atmosfere della Scuola Romana.
Le curatrici.
Teresa Sacchi Lodispoto.
Storica dell'arte specializzata presso l'Università "La Sapienza" di Roma, si occupa di arte italiana tra Ottocento e Novecento, con particolare attenzione all'ambiente romano, abruzzese e umbro. È tra i fondatori dell'associazi one culturale Archivio dell'Ottocento Romano. Attenta anche alle tematiche della mediazio ne museale, collabora con il Centro di didattica museale dell'Università di Roma Tre ed è dottore di ricerca in Innovazione e valutazione dei sistemi di istruzione. Ha pubblicat o saggi su Ernesto Biondi, Gennaro Della Monica, Umberto Prencipe, Giulio Aristide Sartorio e sull'associazionismo artistico e l'istruzione artistica romani negli ultimi decenni dell'Ottocento. Con Sabrina Spinazzè ha curato il volume Ernesto Biondi. La scultura viva (Archivio dell'Ottocento romano, 2006) e le mostre Umberto Prencipe 1879-1962 Reatà e visione (Roma, Museo di Roma, 2009) e Ilario Ciaurro. Pittura scultura grafica ceramica (Orvieto, Palazzo Coelli, 2012). È autrice con Eugenia Querci di Ernesto Biondi e l'America. L'avventura dei Saturna li oltreoceano (Fondazione Nevol Querci, 2008) e con Sabrina Spina zzè di Ilario Ciaurro 1889-1992 (Orvieto, Orvieto Arte-Cultura-Sviluppo, 2012). È m embro della commissione scientifica del Catalogo generale di Francesco Paolo Michetti promo sso dall'Archivio dell'Ottocento romano.

Sabrina Spinazzè Storica dell'arte specializzata presso l'Università "La Sapienza" di Roma, si occupa di arte italiana tra Ottocento e Novecento, con particolare attenzione all'ambiente romano, abruzzese e umbro e alla produzione artistica femmi nile. È tra i fondatori dell'associazione culturale Archivio dell'Ottocento Romano e presiden te dell'Archivio Umberto Prencipe. Ha pubblicato saggi su Umberto Prencipe, Duilio Cambel lotti, Adolfo De Carolis, Ernesto Biondi, Giulio Aristide Sartorio, sulla politica es positiva del Ventennio, sulla storia della Galleria d'arte moderna di Latina, sull'attività ar tistica femminile durante il fascismo, su Attilio Simonetti e gli artisti-antiquari tra Otto e Novecento. Ha collaborato a lungo con la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma e con la Galleria d'arte moderna di Latina. E' autrice della monografia Umberto Prencipe (1879-1962) (Orvieto Arte-Cultura-Sviluppo 2008). Con Patrizia Rosazza Ferraris e Marcella Cos su ha curato il catalogo della mostra Marcel Duchamp ed altri iconoclasti, anche (De Luca 1997). Con Laura Iamurri ha curato il volume L'arte delle donne nell'Italia del Novecento (Meltemi, 2001). Con Teresa Sacchi Lodispoto ha curato il volume Ernesto Biondi. La scultura viva (Archivio dell'Ottocento romano, 2006), le mostre Umberto Prencipe 1879-1962 Realtà e Visione (Roma, Museo di Roma, 2009) e Ilario Ciaurro. Pittura scultura grafica ceramica (Orvieto, Palazzo Coelli, 2012), e la monografia Ilario Ciaurro 1889-1992 (Orvieto, Orvieto Arte-Cultura-Sviluppo, 2012). È membro della commissione scientifica del C atalogo generale di Francesco Paolo Michetti promosso dall'Archivio dell'Ottocento romano.

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