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«Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore». Dieci studi su «authorship» e intertestualità culturale

Franco Cesati Editore

A cura di Brera M. e Grazzini S.
Firenze, 2017; br., pp. 181.
(Quaderni della Rassegna. 133).

collana: Quaderni della Rassegna

ISBN: 88-7667-658-9 - EAN13: 9788876676581

Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.87 kg


I dieci saggi che compongono questo libro portano il lettore in un breve viaggio alla scoperta del legame biunivoco fra linee di pensiero e tradizioni che caratterizzano il rapporto fra autori. Il viaggio parte con il capitolo di Harald Hendrix sui pellegrinaggi intrapresi, a partire dal Trecento, da letterati e intellettuali europei alla volta delle dimore dei loro maestri. Anna Ferrari si concentra invece sul «connubio solidale e fraterno» tra Rocco Scotellaro e Carlo Levi. Alla figura di Beppe Fenoglio e i suoi rapporti con il mondo angloamericano sono dedicati due contributi scritti, incidentalmente, da due studiose appartenenti ad altrettante diverse generazioni: Viola Papetti e Veronica Pesce. Il contributo di Ilona Fried è dedicato al sodalizio politico- letterario tra Leo Valiani e Arthur Koestler, mentre il saggio di Susanna Grazzini ripercorre la parabola creativa di William Weaver, forse il più grande e, certamente, il più apprezzato interprete di Carlo Emilio Gadda nel mondo anglo-americano. Antonia La Torre analizza il lavoro di Pier Paolo Pasolini nella realizzazione dello sceno-testo del Decameron (1917). Monica Jansen indaga sull'«amicizia letteraria» tra Pasolini e Antonio Tabucchi; e ancora Pasolini si legge nel saggio di Francesca Ricci che affronta il dualismo tra il poeta bolognese e il Montale del Diario del '71 e del'72. Infine Matteo Brera riflette sul rapporto tra la poesia e la crisi antropologico-culturale del secondo Novecento attraverso l'analisi delle traduzioni di Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti e Roberto Sanesi del Sonetto 33 di William Shakespeare. I dieci saggi sono introdotti da una elegante e ironica pagina di Alberto Varvaro, compianto studioso di romanistica, che in qualche modo riassume il messaggio profondo di questo volume: che i maestri non sono solo quelli che si incontrano o con cui si studia, ma anche e soprattutto quelli con cui ci si confronta a distanza, in un costante rapporto di intertestualità culturale.

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