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Haec Sunt Statuta. Le corporazioni medievali nella miniatura bolognese

Franco Cosimo Panini Editore

A cura di Medica M.
Ristampa della prima edizione (1999).
Vignola, Rocca di Vignola, 27 marzo - 11 luglio 1999.
Modena, 2003; br., pp. 211, 37 ill. b/n num. n.t., 47 tavv. col. num. n.t., cm 24x31,5.
(La Miniatura).

collana: La Miniatura

ISBN: 88-8290-583-7 - EAN13: 9788882905835

Soggetto: Arte Libraria (Carte, Mappe, Codici Miniati),Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Collezioni,Società e Tradizioni

Periodo: 1000-1400 (XII-XIV) Medioevo

Luoghi: Emilia Romagna

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.41 kg


I quaranta codici miniati esposti nella mostra della Rocca di Vignola contengono i documenti delle principali corporazioni laiche e religiose della città di Bologna, nel periodo compreso fra la metà del XIII secolo e gli inizi del XVI. La rassegna mira al raggiungimento di precisi scopi: seguire l'evoluzione storica e culturale di Bologna, città di respiro europeo, valorizzare una forma artistica come la miniatura, e fornire al tempo stesso una visione approfondita della storia dell'arte in Emilia tra Duecento e Trecento. L'itinerario espositivo, caratterizzato in prevalenza da "statuti" e "matricole", presenta nomi di grande rilievo. È il caso di Jacopino da Reggio, il miniatore che fra il XIII ed il XIV secolo propone i modelli bizantini con le caratteristiche dello stile e del gusto gotici, o degli esponenti delle Società dei Merciai, dei Droghieri e dei Notai, fra i quali si distinsero soprattutto Stefano degli Azzi e Lando di Antonio. E ancora Jacopo Avanzi, cui vengono solitamente attribuite le miniature degli Statuti della Seta del 1372, mentre quelle del 1380 e del 1424 sono opera di Jacopo di Paolo. Il genere della miniatura nel periodo compreso fra il Trecento ed il Quattrocento ha il merito di recepire, approfondire e sviluppare anticipatamente le suggestioni stilistiche proprie dei grandi movimenti. È il riflesso di quanto di nuovo accade in ambiente artistico a Bologna: la ventata di novità portata dal cantiere di San Petronio, ad esempio, si riflette nei codici dell'epoca. Ingiustamente sottovalutata la miniatura ha potuto contare anche su nomi di rilievo quale quello di Giovanni da Modena, uno dei protagonisti maggiori della stagione tardogotica emiliana, la cui unica miniatura conosciuta è contenuta negli Statuti dei Drappieri del 1407. Il percorso termina con un gruppo di codici della metà del XV e del XVI secolo in cui sono evidenti gli influssi del linguaggio rinascimentale e compaiono i nomi di Bartolomeo del Tintore e Giovan Battista Cavalletto.

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