Montagne e parola... dipinti-poema in Mali
Gangemi Editore
Roma, Museo Nazionale Preistorico Etnografico 'Luigi Pigorini', 14 giugno - 23 ottobre 2005.
A cura di Cardelli Antonori A. e Reggiani A. M.
Testo Italiano e Francese.
Roma, 2005; br., pp. 112, ill. b/n e col., cm 22x24.
Acclude DVD.
ISBN: 88-492-0970-3 - EAN13: 9788849209709
Soggetto: Collezioni,Fotografia,Pittura,Saggi (Arte o Architettura),Scultura
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Extra Europa
Testo in:
Peso: 0.584 kg
Più precisamente da tre piccoli villaggi sulle montagne del Mali, dove è in corso un dialogo creativo stabilito da un poeta e alpinista francese - che da cinque anni frequenta questi luoghi cercando di comprendere i segni delle montagne, e quelli dei poseurs de signes - con un piccolo gruppo di contadini Songhai, Dogon, Peul e Rimaibé, i quali, sostenuti dalla ricchezza della loro memoria, usano il segno grafico per leggere ed interrogare i luoghi delle loro montagne nel deserto.
L'incontro tra i due pianeti culturali - quello del poeta francese e quello di una comunità del Mali, in condizioni estreme di isolamento geografico e culturale - ha generato una produzione artistica di grande qualità, ulteriore testimonianza della forza espressiva africana contemporanea.
Area teatro dell'operazione artistica condotta da Yves Bergeret insieme ai contadini del Mali, è un sito arroccato tra alte montagne d'arenaria incise da profonde faglie di erosione, dove il clima semidesertico e la violenza dell'harmattan rendono il vivere una continua sfida di resistenza. Yves Bergeret vi promuove piccole attività locali di sviluppo sostenibile, finanziando una cooperativa creata dalla comunità stessa dei villaggi per gestire progetti di micro-sviluppo.
Yves Bergeret, poeta e saggista francese, è uomo di montagna e deserto. La sua poesia è aperta sullo spazio esterno, in un stretto rapporto con la musica e le arti plastiche; in modo particolare con la creazione popolare.
Le sue creazioni dialogano con i segni fisici fondanti degli spazi umani - qualsiasi spazio, compreso il deserto che è apparentemente il meno popolato - e prendono forma specialmente in una visione Nord-Sud orientata verso l'Africa Nera e dal Maghreb verso il Medio Oriente, le Antille e l'America Latina.
Supporto naturale della sua poesia è ovviamente la pagina del libro. Ma trova altri supporti nel tessuto degli stendardi (a volte di dimensioni molto grandi), o nei lunghi pieghevoli di carta cinese, oltre ad ogni superficie offerta dagli spazi aperti all'esterno: pietre erette come steli ai lati di un sentiero, lastre di salgemma, pali di tenda nomade nel Sahara.
Oltre al Mali, il terreno delle sue realizzazioni sono le Antille, Cipro, la Galizia, la Sicilia, Morbihan (Drôme), il Senegal, il Marocco, la Macedonia.
Di sé, Yves Bergeret dice: Io creo soprattutto come "poeta di spazio".
In particolare, spazio di montagna. Una montagna interroga e disturba; crea il mito e il sacro; crea la parola e il segno.
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