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Primi Contatti tra Italia e Giappone. Arte e Testimonianze

Gangemi Editore

Roma, Istituto Giapponese di Cultura, 19 febbraio - 20 aprile 2007.
A cura di Koyama M. S.
Roma, 2007; br., pp. 64, ill. col., cm 22x30,5.
(Arti Visive, Architettura e Urbanistica).

collana: Arti Visive, Architettura e Urbanistica

ISBN: 88-492-1202-X - EAN13: 9788849212020

Soggetto: Arte Libraria (Carte, Mappe, Codici Miniati),Arti Decorative (Ceramica, Porcellana, Maiolica),Collezioni,Pittura,Saggi Storici,Tessuti (Arazzi, Tappeti, Ricami)

Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento

Luoghi: Extra Europa,Italia

Extra: Arte Orientale & Indiana

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.395 kg


La storia degli scambi culturali intercorsi tra Italia e Giappone risale al XVI secolo, epoca dell'approdo in Giappone dei primi missionari, perlopiù gesuiti, determinati nell'opera di evangelizzazione: tra questi, Organtino Gnecchi Soldo, amico di Oda Nobunaga durante i quasi quaranta anni di soggiorno in Giappone e Alessandro Valignano, profondo conoscitore della realtà sociale e della portata economica di eventuali contatti con il paese, tanto da farsi promotore della prima ambasceria giapponese in Europa. Le missioni diplomatiche dirette al Vecchio Continente, la Tensho¯ e la successiva Keicho¯, non mancarono di suscitare interesse nelle varie corti straniere, tra le quali l'Italia in particolare, dove i giovani delegati vennero accolti con favore dalle massime autorità dell'epoca, tra cui il pontefice e la famiglia de Medici.
All'ombra di grandi eventi e personaggi si svolgeva un fitto, e proficuo, intrecciarsi di lettere e regalìe, fondamentali testimoni di fatti, dettagli, e gusti, imprescindibili alleati nella ricostruzione odierna del passato. La mostra Primi Contatti è pensata per presentare i passi iniziali del cammino della conoscenza reciproca tra la cultura italiana e la giapponese, attraverso arredi, accessori e scritti di genere religioso o secolare, originali o in copia, tutti comunque validi strumenti di interpretazione di vicende determinanti nell'evolversi delle civiltà.
Per l'Istituto Giapponese di Cultura, nella sua funzione specifica di organo divulgatore della cultura giapponese sul territorio italiano, si tratta di un'occasione densa di significato, un'importante rilettura storica, effettuata nell'ottica dell'ulteriore ampliamento della comprensione mutuale tra i popoli.
Vorrei dunque ringraziare la curatrice Mayumi S. Koyama, gli addetti e i responsabili delle molte istituzioni museali italiane e giapponesi coinvolte, i prestatori privati e tutti coloro senza i quali la realizzazione dell'iniziativa sarebbe stata un'impresa impossibile.

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