Stefano Trappolini. Costellazioni
Gangemi Editore
A cura di De Angelis D.
Roma, 2009; br., pp. 80, ill. col., cm 21,5x30,5.
(Arti Visive, Archeologia, Urbanistica).
collana: Arti Visive, Archeologia, Urbanistica
ISBN: 88-492-1755-2
- EAN13: 9788849217551
Soggetto: Collezioni,Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.43 kg
Il pittore StefanoTrappolini lavora aTorvajanica Alta, a pochi metri in linea d'aria dai resti archeologici di Lavinium, da sempre attento alle particolarità paesaggistiche e storiche del suo territorio e pronto a collegarle alle suggestioni della pittura contemporanea ed ai suoi ultimi svolgimenti. Quelli di Trappolini ispirati alle costellazioni sono quadri intensamente coloristici, vivaci, attraenti, in cui l'artefice di oggi, smaliziato e nutrito di immagini dalle più svariate provenienze, prova con successo a rapportarsi con i miti antichi, non dimentico del gusto coloristico dell'Informale, della Pop Art e della gestualità dell'Action Painting. La pittura di oggi, dopo aver conosciuto l'azzeramento dell'immagine e la riscoperta di essa, trattiene la memoria di tutto ciò che è stato, proponendosi di nuovo con un deciso gusto per la raffigurazione, creata per rispondere ad un'esigenza creativa ma pure per sollecitare la fantasia (sovente colta) dell'osservatore. L'attuale inquinamento luministico che ci impedisce quasi sempre di osservare il cielo di notte dalle grandi città, aumenta, se possibile, ancora di più la voglia di conoscere le costellazioni e di collegarsi, anche per pochi attimi, ai nostri predecessori. Pochi atti riescono ad accendere la fantasia degli esseri umani come quello di osservare il blu o l'azzurro del cielo, pronti a riconoscere forme già suggerite da altri o a crearne delle nuove, facendo vagare lo sguardo e l'immaginazione. Il cielo, del resto, ha da sempre ispirato gli artisti, da quelli del passato ad Yves Klein che nei suoi quadri blu si rifaceva alle suggestioni degli spazi aerei come anche degli schermi vuoti, allora irradiati dal tubo catodico ed oggi per noi legati allo spazio informatico, anch'esso con le sue insondabili profondità.