Il Risorgimento dei romani. Fotografie dal 1849 al 1870
Gangemi Editore
A cura di Betti F., Margiotta A. e Tittoni M. E.
Roma, 2010; br., pp. 112, ill. b/n, cm 22x24.
(Arti Visive, Architettura e Urbanistica).
collana: Arti Visive, Architettura e Urbanistica
ISBN: 88-492-1961-X
- EAN13: 9788849219616
Soggetto: Collezioni,Fotografia,Saggi Storici
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento,1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.598 kg
"In un sonetto dei suoi, fulminante e impietoso,Giuseppe Gioacchino Belli accenna a "settantadue torzi de mela" (il numero dei cardinali dell'epoca) di cui uno sarà sempre "compagno" e successore del Papa. Ma aggiunge il poeta: "Puro abbasso la testa e nunme lagno / quann'esce quarch'editto che te gela / e qui a Roma ce sto perché ogni ragno / è attaccato e vô bene a' la su' tela". Le fotografie in mostra ne "Il Risorgimento dei romani. Fotografie dal 1849 al 1870" raccontano di una città estremamente complessa in cui coabitano anime diverse e persino opposte. C'è la Roma dileggiata dei papalini e dei papisti: è la corte di Pio IX con tanto di esercito schierato a difesa del suo potere temporale; c'è la Roma dei patrioti: è quella di gente che va in battaglia, al Gianicolo come a Mentana; c'è la Roma degli artisti che, con curiosità, si affaccia alla giovane arte della fotografia e all'intuizione di Monsieur Daguerre; e infine c'è la Roma popolana, indifferente per costituzione al suo stesso destino, quale la descrisse Ferdinando Gregorovius nei suoi Diari "I romani non si curano affatto del concilio. Nessuno bada alle chiacchiere in S. Pietro". Così scrive il 7 gennaio dell'anno di grazia 1870, alba di quel 20 settembre in cui Roma divenne italiana, nonostante il grido di dolore del Pontefice contro gli invasori, "generazione perversa ed adultera" su cui s'invocava la misericordia di Dio. Non la libertà." (dalla presentazione di Umberto Croppi