La tutela della persona umana. Dignità, salute, scelte di libertà (per Francesco Palazzo)
Giappichelli Editori s.r.l.
A cura di De Francesco G., Gargani A. e Notaro D.
Torino, 2020; br., pp. 304, cm 17x24.
(Università di Pisa. Dipartimento di Giurisprudenza. Nuova Serie. Saggi e Ricerche. 3).
collana: Università di Pisa. Dipartimento di Giurisprudenza. Nuova Serie. Saggi e Ricerche
ISBN: 88-921-3100-1
- EAN13: 9788892131002
Luoghi: Italia
Testo in:
Peso: 0.48 kg
«Sono veramente lieta di porgere i saluti della Direzione del Dipartimento di Giurisprudenza in apertura ad un incontro che intende onorare un illustre Maestro della penalistica italiana, il Prof. Francesco Palazzo, raffinato intellettuale e giurista rigoroso, che non ha esitato a mettersi al servizio delle istituzioni, presiedendo la Commissione per la riforma del sistema sanzionatorio penale. Il titolo prescelto per l'incontro odierno - La tutela della persona umana. Dignità, salute, scelte di libertà - presenta una latitudine e una densità di significati tali da evocare non solo i contenuti, l'ampiezza e lo spessore della produzione scientifica del Prof. Francesco Palazzo, ma anche la ragione ispiratrice della sua attività di ricerca: il bisogno di giustizia positivizzata nella tutela giuridica della persona umana. Significative, a tal riguardo, sono le parole con cui proprio il Prof. Palazzo concludeva un incontro svoltosi qui a Pisa nel 2001 sui temi del "diritto giusto": non vi è "ramo del diritto in cui l'idea di giustizia sia più radicata e compenetrata con la dimensione giuridica" del diritto penale, che non può fare a meno del fantasma della giustizia che "fa dell'uomo l'uomo, con le sue grandezze e le sue miserie". La persona e la Costituzione sono dunque al centro del suo pensiero, della sua riflessione sulla "miseria e nobiltà" del diritto penale, che domina il tema della pena, cui è dedicata una bellissima voce enciclopedica, in cui si traccia il passaggio dalla costituzionalizzazione del diritto penale del Novecento alla complessità del nuovo millennio (...)» (dall'introduzione di Emanuela Navarretta)