I terzi nei processi nazionali e sovranazionali: poteri e tutele
A cura di Vincre S., Amalfitano C. e Crespi Reghizzi Z.
Torino, 2023; br., pp. 512, cm 17x24.
(Università degli Studi di Milano. Facoltà di Giurisprudenza. Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto pubblico italiano e sovranazionale).
collana: Università degli Studi di Milano. Facoltà di Giurisprudenza. Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto pubblico italiano e sovranazionale
EAN13: 9791221102437
Luoghi: Europa
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L'idea che nel processo vi sia un "terzo" e, quindi, un soggetto che non è parte originaria, o principale, è inscindibilmente connessa al tema della tutela dei diritti (innanzitutto del terzo che interviene e che da quel processo e dai suoi esiti può essere pregiudicato), alla affermazione della garanzia del contraddittorio, alla esigenza che il giudice sia messo nelle condizioni di decidere "al meglio", per aver avuto modo di ascoltare tutti gli interessati. Il ruolo del terzo nel processo è, quindi, un aspetto della civiltà giuridica. E tale constatazione non varia a seconda dell'area ordinamentale in cui ci si colloca, sia essa quella del processo civile, di quello amministrativo, di quello costituzionale o internazionale o europeo. Le peculiarità che reggono il singolo procedere giudiziario condizioneranno l'istituto in parola, ma non ne altereranno significativamente l'ultima e più intima finalità. Certo è che nei processi in cui si discutono tematiche giuridiche che, per natura, sono suscettibili di assumere rilievo in una generalità di casi e situazioni (si pensi al processo costituzionale, ma anche a quello di fronte al giudice dell'Unione o del sistema della CEDU), l'utilità dell'intervento appare ancor più evidente e l'esigenza di vederlo realizzato anche da soggetti non direttamente o immediatamente incisi dalle conseguenze della singola pronuncia, perciò portatori di interessi più vasti e diffusi, ancora più pressante.