Esegesi letteraria e riflessione sulla lingua nella cultura greca
Giardini
A cura di G. Arrighetti e Tulli M.
Ghezzano, 2006; ril., pp. 200, ill.
(Biblioteca di Studi Antichi).
collana: Biblioteca di Studi Antichi
ISBN: 88-427-1414-3
- EAN13: 9788842714149
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico,1000-1400 (XII-XIV) Medioevo
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Peso: 1.06 kg
Questo volume racchiude otto lavori organicamente legati dall'interesse per la riflessione dei Greci sulla letteratura e sulla lingua, lo strumento che più ne ha favorito, in fase arcaica e classica, il concreto sviluppo. La riflessione dei Greci sulla letteratura appare come uno dei tratti distintivi più alti che oggi è possibile rivendicare alla loro civiltà. Fin da Omero, la letteratura contiene in sé una poetica esplicita che, in forme talora complesse, ne rivela origine, carattere, scopo e, fin da Esiodo, se non fin da Omero, con puntuale coscienza del proprio mestiere, ogni autore offre un contributo che nel confronto con la tradizione, con le norme del genere prescelto, ha la sua stessa ragion d'essere. Deriva da qui, già in fase arcaica, l'indagine sulla lingua, che ogni autore smonta e ricompone per adeguarla con sempre nuovi percorsi all'esigenza di esprimere concetti sempre nuovi; deriva da qui, già in fase classica, l'impegno nell'interpretazione sistematica dei testi consegnati dalla tradizione. Il primo degli otto lavori mostra la perizia con la quale nel Catalogo Esiodo crea un rapporto fra tecnica e sostanza narrativa, mentre un fantasioso epiteto che il coro degli Acarnesi conia per Ieronimo è poi l'occasione per esaminare con esiti nuovi la critica di Aristofane verso la produzione ditirambica del suo tempo. Seguono due lavori che ben illuminano la riflessione sulla letteratura in pieno V secolo, riflessione di due intellettuali, Protagora e Crizia, osservati con le pagine di Platone. Colloca Platone all'origine della grammatica greca l'analisi di [rema], un termine che si trova già in Archiloco, ma che dal Sofista acquista il senso maturo di verbo, in rapporto con la riflessione sulla lingua e sulla sua capacità di esprimere lo slancio verso la realtà ideale. Un papiro di Vienna con citazioni dell'Evagora e brevi considerazioni di retorica o di stile permette poi di scorgere il peso che ha esercitato nel tempo Isocrate come modello. Al termine due lavori che indicano quale varietà di forme assume la riflessione dei Greci sulla letteratura in fase imperiale: un papiro di Ossirinco ed un termine, [istorìa], che mette in evidenza la complessa tradizione dalla quale nasce il corpus degli scoli a Pindaro.