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Discrezione di giudizio e capacità di assumere: la formulazione del canone 1095

Giuffrè Editore

A cura di Ortiz M. A.
Milano, 2013; br., pp. XII-288, cm 15x22,5.
(Pont. univ. Santa Croce. Monog. giuridiche).
(Pont. univ. Santa Croce-Monog. giuridiche).

collana: Pont. univ. Santa Croce. Monog. giuridiche

ISBN: 88-14-17550-0 - EAN13: 9788814175503

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.46 kg


L'esperienza di quasi trent'anni di applicazione del can. 1095 del Codice di diritto canonico mostra che è un canone di difficile interpretazione e che non di rado viene applicato in modo non conforme con le linee indicate dalla Giurisprudenza della Rota Romana e dal Magistero Pontificio. Sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI hanno offerto ai giudici in numerose occasioni dei criteri che aiutino a realizzare che "la capacità fa riferimento al minimo necessario affinché i nubendi possano donare il loro essere di persona maschile e di persona femminile per fondare quel vincolo al quale è chiamata la stragrande maggioranza degli esseri umani" (Benedetto XVI, Discorso alla Rota Romana, 29 gennaio 2009). Alla luce di tali considerazioni, questo volume pretende riflettere - con un approccio interdisciplinare - sulla struttura e sulla formulazione del canone 1095 circa l'incapacità per dare il consenso matrimoniale, dedicando i primi contributi all'esame degli antecedenti storici e dei fondamenti dottrinali e magisteriali della questione, per poi entrare nell'analisi del testo legale vigente e della sua applicazione giurisprudenziale, anche con delle proposte concrete de iure condendo.

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