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Il ritratto equestre di giovan carlo doria e palazzo spinola di pellicceria al tempo di rubens

A cura di Zanelli Gianluca.
Genova, 2023; br., pp. 240, ill. b/n e col., cm 17x24.

prezzo di copertina: € 35.00

Il ritratto equestre  di giovan carlo doria e palazzo spinola di pellicceria al tempo di rubens

Costo totale: € 35.00 € 102.00 aggiungi al carrello carrello

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Il ritratto equestre di giovan carlo doria e palazzo spinola di pellicceria al tempo di rubens

A cura di Zanelli Gianluca.
Genova, 2023; br., pp. 240, ill. b/n e col., cm 17x24.

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 35.00)

Il ritratto equestre  di giovan carlo doria e palazzo spinola di pellicceria al tempo di rubens

Valerio Castello.

Torino, 2008; ril., pp. 301, ill. b/n, 28 tavv. col., cm 21,5x31.
(Archivi di Arte Antica).

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 45.00)

Valerio Castello.

L'Eredità Donata. Franco e Paolo Spinola e la Galleria di Palazzo Spinola

Genova, Palazzo Spinola, 5 febbraio - 24 maggio 2009.
Genova, GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA, 6 febbraio - 24 maggio 2009.
A cura di Simonetti F.
Torino, 2009; br., pp. 149, ill. b/n e col., tavv., cm 17x22.

OMAGGIO (prezzo di copertina: € 22.00)

L'Eredità Donata. Franco e Paolo Spinola e la Galleria di Palazzo Spinola

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Tra Memoria e Storia. Ricerche Su di una Comunità Siciliana. Militello in Val di Catania

Giuseppe Maimone Editore

A cura di Benigno F.
Catania, 1996; br., pp. 227, cm 16x23.
(Viridaria).

collana: Viridaria

ISBN: 88-7751-097-8 - EAN13: 9788877510976

Soggetto: Centri Minori,Regioni e Stati,Saggi Storici

Periodo: Nessun Periodo

Luoghi: Sicilia

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.56 kg


Gli scritti e le ricerche qui raccolti costituiscono il primo risultato di una collaborazione inusuale: Storici e antropologi hanno scelto un terreno comune di riflessione - la comunità di Militello - per interrogarsi sulla costruzione dell'identità sociale in una prospettiva diacronica, che privilegi la dimensione del mutamento, della continua creazione, scomposizione, riaggregazione dei sensi di appartenenza. Così gli storici vedono scomparire un proprio tradizionale oggetto di ricerca, la storia locale. Allo stesso modo gli antropologi vedono sfumare anch'essi un proprio tradizionale oggetto d'indagine, la piccola comunità. Al posto di un mondo chiuso e appartato, i cui ritmi scanditi e i cui schemi fissi di interpretazione bene si prestavano alla costruzione di modelli strutturalisti o funzionalismi, si ritrovano in un universo aperto, in cui il livello locale interagisce fortemente con la dimensione regionale o nazionale, in cui i linguaggi si mischiano e si confondono e gli individui appaiono impegnati in una continua lotta egemonica per l'affermazione - la reinvenzione - della propria identità, individuale e di gruppo. Ne deriva un'antropologia della comunità in cui la storia non è più un semplice background ma - insieme - una dimensione essenziale della percezione del mondo, ed una risorsa fondamentale nella competizione per l'ordinamento simbolico. Perché Militello dunque? La prima cosa che colpisce uno storico è la straordinaria varietà e ricchezza del materiale documentario che si conserva su questa comunità. Ma l'interesse per questo centro non deriva tuttavia, per lo storico, solo dall'attrazione indotta da questo accumulo di fonti. Militello ha infatti caratteristiche particolari, che suscitano un interesse specifico. Università baronale, si distingue per il notevole investimento realizzatovi nel cuore del XVII secolo, dai Branciforti. La presenza di una corte principesca fa sì che a Militello si acceleri improvvisamente un processo che, pur con tempi e modi più graduali, è presente in tutta la Sicilia durante l'età moderna: l'attrazione sui centri piccoli e medi della dimensione urbana. Il modello urbano si manifesta nell'accrescimento della burocrazia amministrativa, nella moltiplicazione degli uffici, nella diffusione delle confraternite ed accademie, nel gusto per la pompa, il decoro urbano, la spettacolarità celebrativa dei riti pubblici. Un secondo elemento di interesse è dovuto dal particolare tipo di rapporto stabilito con Catania, Siracusa, e gli altri centri vicini. Vi è poi il tema della conflittualità religiosa e degli idiomi politici locali.

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