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Nam June Park e l'invenzione della videoarte. Il giocoliere elettronico

Hopefulmonster Editore

Torino, Regione Piemonte, Palazzo Cavour, 14 settembre - 17 novembre 2002.
Torino, Regione Piemonte, Palazzo Cavour, 14 ssettembre - 17 novembre 2002.
Testo Italiano e Inglese.
Torino, 2002; br., pp. 160, 65 ill. b/n, 146 ill. col., cm 21x28.
(Cataloghi Mostre).

collana: Cataloghi Mostre

ISBN: 88-7757-158-6 - EAN13: 9788877571588

Soggetto: DigitalArt,Scultura e Arti Decorative - Monografie

Periodo: 1960- Contemporaneo

Luoghi: Nessun Luogo

Extra: New Media

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.87 kg


Dal 14 settembre al 17 novembre 2002 Palazzo Cavour propone una mostra dedicata al coreano Nam June Paik, considerato dalla critica internazionale l'iniziatore della ricerca espressiva con il video, anche dal punto di vista tecnico. L'esposizione, intitolata Il giocoliere elettronico. Nam June Paik e l'invenzione della videoarte, è costituita da oltre cento opere tra installazoni, laser painting, fotografie e video, che documentato la produzione dell'artista asiatico. Artisticamente Nam June Paik è nato in Germania, alla fine degli anni 50 (l'artista ha oggi 70 anni, essendo nato nel 1932 nella Corea del Sud), e fondamentale è stato l'incontro con John Cage, con cui divenne "l'apostolo del caso, il messaggero dell'anti-musica". La sua prima esposizione, a Wuppertal, nel 1963, proponeva un'installazione con 13 video-monitor, messi a caso, che riempivano lo spazio con l'emissione di immagini ferme interagenti con gli spettatori.

In breve il coreano divenne uno degli artisti più apprezzati: in stretto rapporto con la tecnologia, proponeva forme e immagini che erano in grado di coinvolgere tutti i sensi, avviando con lo spettatore un complesso e coinvolgente gioco delle parti. Negli anni '60 divenne protagonista della scena artistica newyorkese, aderendo al movimento Fluxus, cui prendevano parte artisti come Allan Kaprov, Wolf Vostell, Yoko Ono o Dick Higgins, tra gli altri. Gli artisti Fluxus davano vita ad "azioni" che rifuggivano ogni dogmatismo e documentate da riprese in video, foto, dischi, partiture musicali, e documenti di vario genere.

Sempre negli anni '60 nacque il lungo sodalizio con Charlotte Moorman, con cui Paik diede vita a provocatorie installazioni, alcune volte dal tono erotico dissacrante, che scandalizzarono la società americana. Negli anni '70 il lavoro di Paik si concentrò soprattutto sul ruolo della televisione, con numerose opere che tendevano a cercare un'immagine alternativa al nuovo mezzo. Nei decenni successivi Paik si è dedicato all'insegnamento e alle collaborazioni con altri artisti, tra loro Laurie Anderson, David Bowie, Merce Cunningham e i mai dimenticati compagni della prima ora, John Cage e Charlotte Moorman.

Sul lavoro di Paik il critico Marisa Vescovo dice:"Attraverso un umorismo leggero e insieme irriverente, di sapore Neo-Dada, egli decostruisce il linguaggio del mezzo televisivo, indagando parallelamente i legami tra arte e cultura popolare, combinando una tradizione sciamanica e razionale con una magica capacità di sintesi, di astrazione, che lo hanno condotto verso la conoscenza profonda e consapevole dei mezzi informatici. Una conoscenza facilitata dalla sua pazienza orientale mai venuta meno."

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci