Nam June Park e l'invenzione della videoarte. Il giocoliere elettronico
Hopefulmonster Editore
Torino, Regione Piemonte, Palazzo Cavour, 14 settembre - 17 novembre 2002.
Torino, Regione Piemonte, Palazzo Cavour, 14 ssettembre - 17 novembre 2002.
Testo Italiano e Inglese.
Torino, 2002; br., pp. 160, 65 ill. b/n, 146 ill. col., cm 21x28.
(Cataloghi Mostre).
collana: Cataloghi Mostre
ISBN: 88-7757-158-6 - EAN13: 9788877571588
Soggetto: DigitalArt,Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Nessun Luogo
Extra: New Media
Testo in:
Peso: 0.87 kg
In breve il coreano divenne uno degli artisti più apprezzati: in stretto rapporto con la tecnologia, proponeva forme e immagini che erano in grado di coinvolgere tutti i sensi, avviando con lo spettatore un complesso e coinvolgente gioco delle parti. Negli anni '60 divenne protagonista della scena artistica newyorkese, aderendo al movimento Fluxus, cui prendevano parte artisti come Allan Kaprov, Wolf Vostell, Yoko Ono o Dick Higgins, tra gli altri. Gli artisti Fluxus davano vita ad "azioni" che rifuggivano ogni dogmatismo e documentate da riprese in video, foto, dischi, partiture musicali, e documenti di vario genere.
Sempre negli anni '60 nacque il lungo sodalizio con Charlotte Moorman, con cui Paik diede vita a provocatorie installazioni, alcune volte dal tono erotico dissacrante, che scandalizzarono la società americana. Negli anni '70 il lavoro di Paik si concentrò soprattutto sul ruolo della televisione, con numerose opere che tendevano a cercare un'immagine alternativa al nuovo mezzo. Nei decenni successivi Paik si è dedicato all'insegnamento e alle collaborazioni con altri artisti, tra loro Laurie Anderson, David Bowie, Merce Cunningham e i mai dimenticati compagni della prima ora, John Cage e Charlotte Moorman.
Sul lavoro di Paik il critico Marisa Vescovo dice:"Attraverso un umorismo leggero e insieme irriverente, di sapore Neo-Dada, egli decostruisce il linguaggio del mezzo televisivo, indagando parallelamente i legami tra arte e cultura popolare, combinando una tradizione sciamanica e razionale con una magica capacità di sintesi, di astrazione, che lo hanno condotto verso la conoscenza profonda e consapevole dei mezzi informatici. Una conoscenza facilitata dalla sua pazienza orientale mai venuta meno."
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