Emilio Prini
Hopefulmonster Editore
Torino; br., pp. 304, ill., cm 12x24.
ISBN: 88-7757-283-3
- EAN13: 9788877572837
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1 kg
Figura tra le più singolari dell'arte italiana del Secondo Dopoguerra, "un artista che si muove nel vuoto" come ebbe a definirlo Germano Celant, Prini sembra sfuggire, forse intenzionalmente, a qualsiasi definizione possibile. A partire dalle oltre quaranta opere, dal 1966 al 2016, nucleo centrale della prima retrospettiva dalla morte, tenutasi presso la Fondazione Merz dal 28 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020, il volume attiva una riflessione critica e storica intorno all'esperienza di uno dei più interessanti e discussi rappresentanti dell'Arte povera. Una posizione trasgressiva, quella di Prini, o se vogliamo ortodossa nei confronti della pratica artistica e dei codici del sistema dell'arte che insegna la possibilità di cogliere il valore della contraddizione e del dubbio. Un passaggio dell'arte e dell'artista nella vita, o meglio come egli stesso ha definito "non azione ma estensione biologica del sé", nella contemporaneità che contraddistingue un lavoro di estrema attualità e pronto al confronto con le nuove generazioni. Il volume, a cura di Beatrice Merz si avvale della collaborazione di Timotea Prini e include un testo inedito di Luca Lo Pinto, uno storico e mai pubblicato dialogo tra l'artista e Hans Ulrich Obrist, una ricca antologia con testi, tra gli altri, di Adachiara Zevi, Germano Celant, Emanuela Nobile, Gabriele Guercio e Lorenzo Benedetti.