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Spazialismi. Riccardo Licata e la pittura a Venezia dal dopoguerra a oggi. Spatialism. Riccardo Licata and Venetian painting at the end of the 20th Century

Il Cigno Galileo Galilei

A cura di Granzotto G. e Matveev V. J.
Mosca, Museo Hermitage, 5 febbraio-18 aprile 2010.
Testo Multilingua.
Roma, 2010; ril., pp. 152, cm 21x26.

ISBN: 88-7831-216-9 - EAN13: 9788878312166

Soggetto: Collezioni,Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Luoghi: Veneto,Venezia

Testo in: testo in    

Peso: 0.65 kg


Per gli ottant'anni di Riccardo Licata nel 2009, oltre alla straordinaria mostra sui vetri e sui mosaici, inauguratasi a maggio a Venezia, a Palazzo Ducale, e proseguita per tutta l'estate in contemporanea con la Biennale, Roma e Torino, hanno organizzato due imponenti retrospettive, allargando l'orizzonte sugli anni dello Spazialismo a Venezia e su innumerevoli rapporti amicali e professionali di Licata con gli artisti parigini e veneziani.
Ora, la mostra che si aprirà il cinque febbraio al Museo dell'Ermitage di S. Pietroburgo, e che verrà inaugurata dal Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, grande estimatore di Licata, intende caratterizzarsi come un compendio e della pittura licatiana, soprattutto quella delle origini e quella dell'ultimo periodo, e della formidabile fucina di talenti e di progetti che si è dimostrata Venezia, in particolar modo nel fertilissimo Dopoguerra.
Il filo conduttore dell'esposizione vuol essere un' idea dello spazio inteso ( sia da Licata, sia dagli attori del movimento spaziale, sia da altri maestri attivi in Laguna e prossimi a quella temperie), in termini anche luministici ed atmosferici, ma soprattutto percepito e partecipato come un momento emozionale, sentimentale, ideale. La parabola espressiva di Licata, in questi sessant'anni, ha infatti tracciato un percorso sentimentale, colmo di riferimenti naturalistici e di spazi reali, ma anche, di luoghi immaginari, di accadimenti atemporali, di racconti fantastici. Nella trasformazione e nell'arricchimento progressivo del suo alfabeto, il Maestro non ha mai rinnegato la propria cifra stilistica, e soprattutto ha continuato a considerare in termini partecipativi, di simbiosi e coinvolgimento, il supporto, anzi i supporti della propria pittura. Carte, tele, vetri, e tutti i materiali da lui utilizzati, si sono sempre dimostrati autentici elementi spaziali, momenti decisivi e concreti del fraseggio, armonico e sinfonico, con cui Licata affronta e racconta gli spazi, le praterie della sua fantasia.
D'altronde Venezia fu l'unico luogo del mondo in cui quasi tutti furono "spazialisti", anche senza essere ARTISTI SPAZIALI, anche quando i MANIFESTI avevano esaurito, consumato, la propria energia propulsiva, anche quando nuove problematiche e nuove proposte avevano invaso le arti plastiche, anche quando lo Spazialismo aveva concluso il suo tragitto. Questa mostra, al Museo dell'Ermitage di S. Pietroburgo, intende proprio rappresentare, attraverso le opere di Riccardo Licata e di tanti Maestri che segnarono il progredire della pittura a Venezia nel Dopoguerra, la magia di quel viaggio in cui il confine fra spazio fisico-atmosferico e spazi ideali e dimensione fantastica, rimane sempre impalpabile, sempre più difficilmente definibile.

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