Guercino. Poesia e sentimento nella pittura del '600
Istituto Geografico De Agostini
Milano, Palazzo Reale, 27 giugno 2003 - 18 gennaio 2004.
Milano, Palazzo Reale, 28 novembre 2003 - 15 febbraio 2004.
Roma, Palazzo Venezia, 1 febbraio - 28 giugno 2004.
Londra, Royal Accademy of Arts, 2004.
Novara, 2003; br., pp. 306, ill. b/n e col., 107 tavv. col. num. n.t., cm 24,5x31.
Altre edizioni disponibili: Edizione Rilegata.
ISBN: 88-418-1187-0 - EAN13: 9788841811870
Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Testo in:
Peso: 1.9 kg
Le sezioni della mostra illustrano la varietà dei sentimenti: gli affetti quotidiani, le esaltazioni mistiche, amori e pentimenti. Figure solitarie di martiri e di santi si offrono alla contemplazione dello spettatore, attratto dalle tonalità calde, dalle atmosfere rarefatte e dalle vibrazioni luminose con le quali Guercino descrive emozioni e gesti languidi.
Nei 'recitativi' due o più figure si fronteggiano accennando un dialogo fatto di sguardi, gesti, braccia che si incrociano, suggerendo il movimento, ma anche la tensione emotiva. Tensioni centrifughe, panneggi e nastri che si attorcigliano in complicate volute, figure appena contenute nella superficie del quadro; scene rese con felicità di invenzione e ricchezza narrativa.
Una mostra dalla quale la pittura di Guercino emerge sensibile e sincera, momento di riflessione di una società che cerca nella verità degli affetti un punto di equilibrio. Il seicento, epoca di contrasti e mutamenti, nella quale un principio e il suo opposto si attraggono alla ricerca di una nuova stabilità. Si osservi Et in arcadia ego. E' la morte che parla e ricorda a chi guarda che essa è presente anche nei luoghi apparentemente più sereni ed idilliaci; e Venere Marte e Amore (sorprendente lo scorcio della mano della dea) suggerisce che l'amore si incontra anche sul campo di battaglia (il letto di Venere sembra in un accampamento), tra dolore e distruzione.
La mostra documenta le due fasi dell'arte di Guercino, una prima maniera caratterizzata da una pittura 'di macchia', nella quale i colori descrivono le forme, lasciando i contorni indefiniti. Una seconda, individuata da un "maggior rispetto per le norme dell'ideale classico" (Sgarbi), propone espressioni dei volti più convenzionali, forme stabili e armoniche. Le tinte, prima calde e romanticamente cupe, diventano più chiare, compaiono tonalità pastello e azzurri luminosi, ottenuti con la preziosa polvere di lapislazzulo, che accendono i cieli e le vesti .
Emblematico il confronto tra la Sibilla di Cento e la Sibilla Persica della pinacoteca Capitolina. Accorata, narrata con una pennellata rapida e pastosa la prima; l'altra è una bellezza classica, immobile in una posa aristocratica e malinconica, descritta con raffinata ricchezza cromatica. Sir Denis Mahon (tra i più appassionati studiosi del pittore di Cento) ha rivalutato la 'seconda maniera' di Guercino (spesso vista come il tentativo opportunista di assumere la maniera del Guido Reni dopo la sua morte), ritenendola il risultato di un'autentica crisi interiore. Ci sembra tuttavia che il fascino di Guercino risieda soprattutto nelle opere della giovinezza.
Accanto a Guercino la mostra allinea opere di artisti che ne hanno subito l'influenza e il fascino.
Baia grande. La pialassa Baiona ultima frontiera per una valle salmastra
Konrad. Per quanto un'oca allunghi il collo non diventerà mai un cigno
Portraits of women. Clothes and Jewels in 15th Century Florence