I verbali di Hitler. Rapporti stenografici di guerra. Vol. 1: 1942-1943
A cura di Heiber H.
Traduzione di Paoli F.
Gorizia, 2018; br., pp. XIII-675, ill.
(Le Guerre).
collana: Le Guerre
ISBN: 88-6102-486-6
- EAN13: 9788861024861
Soggetto: Saggi Storici
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 3.24 kg
Fu la grave crisi di fiducia nei confronti dei suoi generali - in particolare Halder e Jodl -, sorta a motivo dell'arbitraria esecuzione delle sue direttive durante l'avanzata tedesca nel Caucaso nell'estate del 1942, a indurre Hitler a istituire il "Servizio Stenografico al quarto generale del Führer" (Stenographischer Dienst im Führerhauptquartìer). A suo vedere, la registrazione stenografica delle riunioni con i collaboratori militari avrebbe evitato che i comandanti potessero in futuro addurre, a propria giustificazione, l'aver ricevuto ordini diversi da quelli effettivamente da lui trasmessi. Già nei primi due anni di guerra Hitler richiedeva due volte al giorno un rapporto sulla situazione bellica, senza però che i capi militari supremi venissero convocati, a meno che la situazione lo richiedesse. Con l'inizio della campagna orientale, le riunioni informative - che si tenevano nella cosiddetta "Wolfsschanze", presso Rastenburg, nella Prussia Orientale - diventarono più regolari: quotidianamente si tenevano la riunione di mezzogiorno e la riunione serale. Successivamente, Hitler iniziò a far stenografare sinteticamente le sue "conversazioni a tavola" (verbali che abbracciano il periodo tra il 5 luglio 1941 e il 7 settembre 1942). Dopo lo scontro con Jodl (avvenuto proprio la notte del 7 settembre), Hitler ordinò la registrazione stenografica anche delle riunioni informative, affidata a personale qualificato. Quando, a metà aprile 1945, l'attività degli stenografi presso il quartier generale del Führer si concluse, erano stati accumulati 103.000 fogli, redatti su una sola facciata. A fine mese, con il tracollo tedesco e in previsione dell'imminente occupazione americana, si dovette decidere il destino dei verbali; i primi di maggio del 1945, all'Hintersee, non distante da Berchtesgaden, i documenti furono bruciati (in tale decisione, fu determinate l'influenza dello storico militare Scherff, mentre l'ordine partì sostanzialmente da Bormann), ma un migliaio di pagine - quelle che costituiscono pressoché integralmente il materiale di questo libro, trascrizione fedele delle parole di Hitler nei suoi incontri con i vertici militari del Reich dal dicembre del '42 alla primavera del '45 - si salvarono, grazie al lavoro svolto dal Military Intelligence Service americano nei giorni immediatamente successivi all'occupazione. Di inestimabile valore storico, "I verbali di Hitler" travalicano le valenze legate alle risoluzioni strategiche che, ormai nelle mani del Führer, gradualmente segnarono la disfatta militare tedesca e trascinarono la Germania nell'abisso; dall'opera traspaiono i rapporti quantomeno conflittuali tra Hitler e i suoi generali, quei generali che, negli anni dell'autogiustificazione, ebbero gioco relativamente facile nell'imputare il naufragio di idee sempre giuste e promettenti degli stati maggiori al dilettantismo del loro "caporale comandante". Nella resa dei conti postbellica tra i generali e Hitler, questo è l'unico caso in cui la parola non viene data solo agli accusatori, ma anche all'accusato, anche se di norma possiamo vedere il condottiero Hitler solo attraverso gli occhi dei primi. Le scelte di "guerra totale" e "guerra fino a cinque minuti dopo la mezzanotte" non furono decisioni militari, ma politiche; queste e molte altre scelte vanno addebitate all'uomo politico andante militare.