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Ostia. Architettura e città in cento anni di storia

Libreria Editrice L'Erma di Bretschneider

A cura di Luca Creti, Micaela Antonucci e Fabrizio Di Marco.
Roma, 2021; br., pp. XVIII-334, 225 ill. b/n, 186 ill. col., cm 22,5x28,5.
(Bollettino d'Arte. Volumi Speciali. VS. 2021).

collana: Bollettino d'Arte. Volumi Speciali.

ISBN: 88-913-2216-4 - EAN13: 9788891322166

Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.67 kg


Nel 1916 una sottocommissione dell’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura a Roma redige il primo piano regolatore di “Ostia nuova”, borgata marittima alla quale, nell’intenzione dei progettisti, è affidato il compito di fungere contemporaneamente da “ridente quartiere di abitazioni sul mare” e da scalo portuale, con un lungo canale navigabile che la collega direttamente con la prevista zona indu-striale della Capitale.
Da quel momento in poi il piccolo e ameno insediamento delle origini che, nel corso degli anni, cambia molte volte denominazione (Ostia, Ostia nuova, Ostia mare, Ostia Lido, Lido di Roma, Lido di Ostia) riflettendo le diverse funzioni urbane progressivamente attribuitegli, inizia il suo sviluppo: da piccola città giardino - a bassa densità edilizia e nella quale le componenti “ambientiste” sono prevalenti, essendo do-tata di ampie aree verdi e di strade sinuose che rispettano l’orografia del triplice sistema dunale su cui è impostata - a quartiere marino di Roma: con l’avvento del regime fascista si rinuncia infatti al porto e si vuole creare un vero e proprio brano di città, degna conclusione sul Tirreno di quella che deve essere la Capitale di una nazione che punta alla supremazia nel Mediterraneo. Da quel momento in poi, cambia tutto: il delicato assetto urbanistico primigenio viene stravolto e, con i successivi piani regolatori, Ostia - ribattezzata, non a caso, “Lido di Roma” - viene dotata di tutte le infrastrutture necessarie a un insediamento la cui popolazione, nelle previsioni dei tecnici e dei demografi, deve superare in pochi anni la soglia dei 100.000 abitanti. Sorgono in breve tempo numerosi edifici pubblici, mentre nelle co-struzioni private, anticipate da rilevanti opere “di transizione”, prendono il sopravvento nuove architetture - alcune delle quali di livello internazionale - che, favorite anche dalla peculiarità del luogo, si ispirano ai dirompenti principi del Movimento Moderno.
Il secondo conflitto mondiale rappresenta un brusco e doloroso spartiacque nella forma della città: nel dopoguerra, e fino ai nostri giorni, l’insediamento si uniforma infatti alle zone periferiche di Roma, sebbene non manchino, anche in questo periodo, episodi architettonici di riconosciuta valenza progettuale.
La ricorrenza dei cento anni dalla stesura del primo piano regolatore di Ostia è stata celebrata con un Convegno, i cui contributi, ai quali se ne sono aggiunti altri - come quelli che hanno preso in esame un interessante, e poco noto, intervento sul “verde” negli scavi di Ostia An-tica - sono stati raccolti nel presente numero monografico del “Bollettino d’Arte”. Preceduti da due introduzioni generali che, ripercorren-do in maniera dettagliata le vicende urbanistiche e architettoniche della città in un secolo di vita, fungono da indispensabile cornice, i di-versi saggi, curati da studiosi provenienti da prestigiosi atenei italiani, offrono una sintesi critica originale su alcuni dei temi più noti e inda-gano su opere e fasi storiche fino a oggi poco o per niente approfondite.

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