I cartulari di S. Pietro in Maone presso Rovigo (sec. XII-XV)
Libreria Editrice Viella
A cura di Gallo D. e Griguolo P.
Roma, 2011; ril., pp. XXXII-250, ill., cm 16,5x24.
(Fonti per la Storia della Terraferma Veneta. 27).
collana: Fonti per la Storia della Terraferma Veneta
ISBN: 88-8334-686-6
- EAN13: 9788883346866
Soggetto: Saggi Storici
Luoghi: Veneto
Testo in:
Peso: 1 kg
La documentazione concernente il medioevo palesano è numericamente piuttosto esigua e spesso dispersa negli archivi di città che hanno esercitato potere civile o ecclesiastico sul Polesine medievale, come Venezia, Ferrara e Ravenna. Esistente di certo nella prima metà del secolo XI, il monastero benedettino di S. Pietro in Maone, a sud-est di Rovigo, fu soggetto direttamente all'arcivescovo di Ravenna, situato com'era in una sorta di vasta enclave ravennate sopravvissuta per lunghi secoli. A partire dai primi del Duecento iniziò una fase di decadenza: nel 1220 il monastero risulta, infatti, distrutto dalle inondazioni e successivamente affidato a chierici secolari, sempre sotto il grande ombrello protettivo dell'arcivescovo di Ravenna; infine nel 1474 i suoi beni furono incorporati nell'abbazia olivetana di S. Bartolomeo di Rovigo. I documenti qui pubblicati mostrano che l'influsso economico e religioso di S. Pietro in Maone si estese notevolmente nel Rodigino e in alcune zone del Ferrarese, per spingersi sino all'area della Bassa Padovana tra Tribano, Pernumia e Monselice, attraverso l'acquisizione di un ampio patrimonio fondiario dato in concessione a coltivatori con tipici contratti a lunghissimo periodo, ma anche grazie allo sfruttamento di vaste aree vallive destinate alla pesca.