Sadun
LuoghInteriori srl
A cura di Di Capua M.
Città di Castello, 2019; br., pp. 216, ill. b/n e col., tavv. b/n e col., cm 24,5x28.
(Policromie).
collana: Policromie
ISBN: 88-6864-154-2 - EAN13: 9788868641542
Soggetto: Design,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.16 kg
Nato l'11 novembre 1919 a Siena, Pietro Sadun è stato uno dei pittori più significativi del secondo dopoguerra.
Di famiglia ebrea, sfugge alla deportazione e si unisce alle formazioni partigiane nel Casentino;
subito dopo la Liberazione, riprende l'attività pittorica che, nelle sue varie fasi, lo porta dal figurativo cubismo, fino all'astratto e all'informale - da Monet a Soutine, da Chagall a Morandi. Ma evidente è la sua influenza su pittori quali, tra gli altri, Cy Twombly.
E' amico d'infanzia di Mario Verdone e poi di Cesare Brandi, suoi grandi estimatori: con Stradone, Scialoja e Ciarocchi, fa parte dei "Quattro pittori fuori strada" che segnano una prima cesura rispetto al percorso dell'arte contemporanea dell'epoca. Nel 1950 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia, e inizia la collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma, dove realizza scene e costumi per il coreografo Aurel Milloss; altre collaborazioni, poi, verranno negli anni Sessanta con il Maggio Musicale fiorentino. In parallelo, prosegue la sua attività di docente, tra l'altro al centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e all'Istituto d'Arte di Urbino, nonché di progettista e arredatore di interni.
Nel 1957 - dopo varie mostre in Italia - espone a New York e nel 1965 in Danimarca, mentre tra i vari riconoscimenti c'è, nel 1963, la medaglia del Presidente della Repubblica (Premio Marche).
Mentre si susseguono le mostre, nel 1966, insieme a Ettore Colla, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Leoncillo Leonardi, Seymour Lipton e Victror Pasmore costituisce un gruppo che, raccoltosi presso la Galleria Editalia, dà vita alla rivista Qui Arte Contemporanea, che resta ancora oggi un'esperienza ineguagliata nel campo della riflessione sull'arte.
Nel 1969 è nominato Direttore della neonata Accademia di Belle Arti de L'Aquila. Sono anni entusiasmanti, che lo vedono ancora protagonista - oltre che della rinascita artistica del capoluogo abruzzese - di numerose mostre personali in tutta Italia.
Si spegne nel 1974, a soli 55 anni.
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