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Divisionismo. La rivoluzione della luce.

METS Percorsi D'Arte

Novara, Castello Visconteo Sforzesco, 23 novembre 2019 - 5 aprile 2020.
A cura di Quinsac A.
Novara, 2019; br., pp. 386, ill. col., cm 24x28.

ISBN: 88-943481-4-8 - EAN13: 9788894348149

Soggetto: Collezioni,Pittura,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 2.08 kg


La grande mostra Divisionismo. La rivoluzione della luce, che apre il 23 novembre sino al 5 aprile 2020 a Novara nella magnifica cornice del Castello Visconteo Sforzesco, ha l'ambizione di essere la più importante mostra dedicata al Divisionismo realizzata negli ultimi anni, movimento giustamente considerato prima avanguardia in Italia.

Il Divisionismo nasce a Milano, sulla stessa premessa del Neo-Impressionnisme francese, senza tuttavia che si possa parlare di influenza diretta. Muove dall'idea che lo studio dei trattati d'ottica, che hanno rivoluzionato il concetto di colore, debba determinare la tecnica del pittore moderno. Si sviluppa nel Nord d'Italia, grazie soprattutto al sostegno di Vittore Grubicy de Dragon, mercante d'arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il fratello Alberto gestisce a partire del 1876 una galleria d'arte a Milano. E' Vittore a diffondere tra i pittori della sua scuderia il principio della sostituzione della miscela chimica dei colori tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza, con un approccio diretto all'accostamento dei toni complementari sulla tela. Da dato chimico, il colore diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l'occhio dello spettatore può ricomporre le pennellate staccate in una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto.

Presto il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia si allarga al Piemonte: la pennellata divisa è destinata a diventare strumento privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una messa a fuoco delle tematiche sociali. Solo Gaetano Previati, irreducibilmente antirealista sin dagli esordi, elabora una visione simbolista che scaturisce dal mito, da un'interpretazione visionaria della storia o dall'iconografia cristiana, agli antipodi di quella di Segantini sempre legata alla radice naturalista di una percezione panica dell'alta quota.

Ordinata in otto sezioni tematiche, l'esposizione consta di settanta opere tutte di grande qualità e bellezza, provenienti da importanti musei e istituzioni pubbliche e da collezioni private.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci