L'altare di San Giovanni del Museo dell'Opera del Duomo di Firenze. Il restauro (2006-2012)
Mandragora
A cura di Innocenti C.
Firenze, 2018; ril., pp. 237, 500 ill. col., cm 25x31.
ISBN: 88-7461-396-2
- EAN13: 9788874613960
Soggetto: Architettura e Arte Religiosa,Pittura,Restauro Tecniche di conservazione Beni Culturali,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1400-1800 (XV-XVIII) Rinascimento
Luoghi: Firenze,Toscana
Extra: Religione e Arte Religiosa
Testo in:
Peso: 1.83 kg
"Uno dei motivi per cui lo studio della storia dell'arte, cioè dell'eredità culturale del nostro passato, pur così poco praticata e apprezzata nel nostro Paese, è invero affascinante e coinvolgente è che le opere d'arte sono dei testimoni vivi e concreti degli eventi, dei pensieri e degli uomini nel tempo. Si tratta di una fonte diretta, senza intermediazioni o interpretazioni come avviene, invece, in molti altri campi. Alcune opere d'arte, inoltre, assurgono a una valenza simbolica assai rilevante, assorbendo nella propria consistenza materica i significati e i valori di una civiltà. Questo è il caso dell'Altare d'argento di San Giovanni Battista il cui restauro si presenta in questo volume, il secondo, dopo quello dedicato al restauro della Porta del Paradiso del Ghiberti, nato dalla fattiva collaborazione tra l'Opificio e l'Opera di Santa Maria del Fiore, e di questo sono grato all'allora suo presidente Franco Lucchesi, che fece partire l'iniziativa e all'attuale, Luca Bagnoli, che l'ha condotta a conclusione. Prima della costruzione della cupola del Brunelleschi che, come avviene nelle parole dell'Alberti nel prologo del suo 'Sulla pittura', assurge a monumento - nel senso etimologico del termine - della nuova civiltà rinascimentale fiorentina, l'edificio che più di tutti rappresentava l'identità della città di Firenze e dei suoi cittadini era il Battistero di San Giovanni. Qui tutti i fiorentini venivano battezzati e la sua origine leggendaria, ma non tanto come sostengono alcuni studi recenti, posta in epoca romana, garantiva quel valore di identità attraverso la storia che è ben testimoniato dalla sua costante presenza in tutte le raffigurazioni sintetiche della città nelle arti figurative. La festa del santo patrono, san Giovanni Battista appunto, coinvolgeva tutta la città con processioni, giochi e cerimonie, ma il cuore di tutto era nel Battistero al centro del quale era l'Altare d'argento con i reliquiari, i palii delle varie Arti, in fronte al quale i sacerdoti celebravano le complesse liturgie della festività, addobbati con i ricchi paramenti in velluto bianco broccato arricchiti dai raffinatissimi ricami ad oro velato eseguiti sulla base dei cartoni del Pollaiolo, oggetto anch'essi di un grande progetto di restauro da parte dell'Opificio che, si augura, potrà trovare presto una presentazione di questo stesso tipo." (dalla presentazione di Marco Ciatti). Presentazione di Luca Bagnoli.