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Lucio Fontana. Los orìgenes.

Mandragora

Rosario (Santa Fe, Argentina), Museo Castagnino + Macro, 21 luglio - 21 agosto 2019.
A cura di Chiara Barbato, Spata V., Spata Valentina e Barbato C.
Testo Italiano e Spagnolo.
Firenze, 2019; br., pp. 120, 17 ill. b/n, 80 ill. col., cm 21x27.

ISBN: 88-7461-470-5 - EAN13: 9788874614707

Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Collezioni,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura),Scultura e Arti Decorative - Monografie

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testi in  italiano, spagnolo  testi in  italiano, spagnolo  

Peso: 0.63 kg


Il catalogo "Lucio Fontana. Los orígenes" si incentra sul grande protagonista dell'arte del XX secolo, volendo insistere con particolare enfasi sulla convivenza di Italia e Argentina nel suo percorso d'uomo e d'artista, ovvero due patrie e allo stesso tempo due immaginari. La mostra, che si terrà dal 21 luglio al 21 agosto presso il Museo Municipal de Bellas Artes Juan B. Castagnino di Rosario, città natale di Fontana, è il frutto di un'idea di Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri. Quest'ultima è pertanto tra i soggetti istituzionali che partecipano al Piano integrato, con l'obiettivo di costruire una piattaforma unica e coerente finalizzata alla promozione dell'Italia nel mondo. È in occasione dell'ottantatreesimo congresso della società che a Buenos Aires si svolgerà la mostra su Lucio Fontana. Il catalogo racconta suggestivamente la mostra argentina, dove saranno esposti sessantaquattro disegni di Lucio Fontana (più due sculture e un "concetto spaziale"), tutti provenienti da un lascito che Teresita, sua moglie, fece nel 1988 al CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell'Università di Parma, e selezionati secondo un preciso criterio filologico. I disegni, circoscritti in un arco spazio-temporale di circa un ventennio (1938-1959), rappresentano la più alta testimonianza della produzione grafica dell'artista, in particolare di quella del suo secondo soggiorno argentino, che va dal 1940 al 1947. Si tratta di un corpus specifico di matite e di inchiostri su carta che rappresentano una fase cruciale del suo percorso artistico e precedono la successiva e meglio nota stagione, quella che dalla pubblicazione del Manifiesto Blanco2 (1946) arriva all'invenzione dei "buchi", dei "concetti spaziali" e infine dei più celebri "tagli".

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci