Philippe Pastor. The Sky Is Watching the Earth. [Ed. Italiana, Inglese e Francese]
Maretti Editore
Venezia, CHIOSTRO DEL PRESIDIO MILITARE, 6 giugno - 11 novembre 2009.
A cura di Riva A. e Smith E. L.
Testo Italiano, Inglese e Francese.
Falciano, 2009; cartonato, pp. 164, ill. col., cm 41x31.
ISBN: 88-89965-65-7 - EAN13: 9788889965658
Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura),Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.83 kg
Per rappresentare il nuovo padiglione, il commissario Miria Vicini e il curatore Giacomo Zaza hanno scelto l'artista monegasco Philippe Pastor con l'importante intervento Le ciel regarde la terre. La mostra espone un nucleo inedito di tre grandi opere pittoriche, realizzate appositamente per l'occasione, e un'installazione con tronchi d'albero bruciati.
Simili a delle immagini della terra scattate dal satellite, i pannelli lignei intitolati Les cyclones, Le pole nord, La nature défigurée, sono scanditi come fossero tre atti e sono disposti su rispettive strutture in ferro che ricordano quinte prospettiche di un teatro del mondo. I grandi dipinti volgono lo sguardo su una sorta di caos, umano e naturale, diviso secondo alcuni ambiti tematici: natura, Polo Nord, inquinamento.
Le opere inglobano masse di pigmenti naturali provenienti dal Marocco (ocra e marrone, blu, verde), uniti ad elementi naturali (rami, foglie secche, sabbia, ecc.) manipolati e plasmati attraverso il fuoco, l'acqua e l'uso dell'aria compressa.
Per mezzo della fiamma ossidrica, dell'acqua e delle terre, Pastor crea una rappresentazione informe del mondo, ricca di rimandi alle forze inattese che attraversano l'esistenza. All'origine della rappresentazione troviamo il suo stato d'animo di fronte ai cambiamenti climatici, alla morte, alle angosce, ai disastri ambientali. Tale inquietudine si incanala nei flussi pittorici che veicola sulle opere.
L'artista, attivo da diversi anni sul fronte internazionale oltre che nel sud della Francia, per questa grande occasione ha concepito le grandi opere affinché fossero esposte all'aperto e subissero le intemperie dell'esterno.
Il progetto di Philippe Pastor include, inoltre, nell'area angolare dell'atrio, la presenza di un gruppo di alti alberi bruciati e reinventati da inserti cromatici, da sezioni di colore gialle, verdi, rosse, realizzate attraverso l'utilizzo di rottami provenienti da luoghi dove sono avvenuti attentati terroristici: Les Arbres Brûlés. Gli alberi-totem provengono dalla foresta di Garde Freinet (Massif des Maures) e, colpiti dalle fiamme di un incendio doloso nel 2003, qui tornano a segnare un percorso, stavolta propiziatorio, rivolto verso il cielo.
La protezione della natura, la rivolta contro la negligenza dell'uomo nei confronti del nostro pianeta, costituiscono una delle principali preoccupazioni dell'artista. Tramite questi tronchi carbonizzati Philippe Pastor persegue il suo impegno a favore del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente e la campagna "Plantons pour la Planète" ("Piantiamo per il Pianeta"). Con la sua Associazione Arte e Ambiente, alla quale è destinata una parte del ricavato delle vendite delle sue sculture e tutti i fondi raccolti nelle manifestazioni, Pastor partecipa a programmi di rimboschimento e di sensibilizzazione dei bambini ai problemi ambientali.
Giacomo Zaza, curatore della mostra, commenta: "i pannelli della Biennale sembrano svelare tre visioni quasi crudeli e animalesche. Qui prevale una superficie mutabile e incerta, dove l'andamento della materia sul supporto dipende da inquietudini e desideri di denuncia. Guadare la terra dal cielo significa considerare la realtà dall'alto verso il basso, partendo dall'adozione di "strategie della pulsione", che sappiano procedere dall'animo e dallo spirito discendendo all'interno delle superfici terrose, del pigmento che gronda, della griglia metallica che simbolicamente tutto controlla e tutto regge".
L'esperienza di Philippe Pastor, tra pittura monumentale e scultura in legno, prospera in una molteplice varietà di prospettive sotterranee che va oltre gli aspetti fuggevoli della società "trendy" d'oggi. Si apre ad una riflessione sulle questioni della collettività e dell'ambiente, senza tralasciare il rapporto endogeno con la Natura, insieme all'interpretazione simbolica delle cose.
Philippe Pastor ha esposto in numerosi spazi pubblici e privati di prestigio internazionale quali la Modern Art Gallery di Miami (2003) e la sede delle Nazioni Unite di New York (2008).
L'artista, che nel 2007 ha partecipato alla 52. Biennale di Venezia, è presentato in più di dieci gallerie in tutto il mondo.
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