Berto Lardera. Tra due mondi
Maschietto Editore
La Spezia, Biennale Europea delle Arti Visive - Premio del Golfo 2002, Museo Diocesano - Palazzina delle arti, 22 settembre 2002 - 12 gennaio 2003.
A cura di M. Ratti, Corà B. e Dupêne T.
Traduzione di Ballardini E.
Montecatini Terme, 2002; br., pp. 144, ill. b/n e col., cm 21,5x27.
ISBN: 88-87700-85-0 - EAN13: 9788887700855
Soggetto: Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Nessun Luogo
Testo in:
Peso: 0.77 kg
L'importante scultore, di cui gli ambienti del Museo Diocesano e quelli della Palazzina delle Arti di La Spezia ospiteranno le opere, nonostante la vasta notorietà acquisita internazionalmente non aveva avuto fino ad oggi un adeguato riconoscimento nel nostro Paese, pur vantando la presenza in numerose e qualificate collezioni. La città di La Spezia dunque tributa a questo suo figlio, di cui la mostra è un simbolico ritorno, una prima grande riflessione critica dopo l'esordio compiuto da Lardera nella celebre Galleria del Milione a Milano negli anni '30.
Questa mostra, a cura di Bruno Corà, curatore scientifico della Biennale Europea Arti Visive 2002, in collaborazione con Marzia Ratti, direttrice dell'Istituzione per i servizi culturali del Comune di La Spezia è l'esito di un partenariato tra il Musée de Grenoble, che ne ha concepito e realizzato la prima edizione a cura di Thierry Dufrìne, la Biennale del Golfo e le Istituzioni culturali della città .
Oltre dunque alla significativa raccolta di opere già compiuta dal Museo di Grenoble, l'arrivo della mostra a La Spezia ne prevede l'integrazione on un nucleo significativo di altre importanti sculture presenti in collezioni italiane a Milano, a Roma, a Firenze e Pistoia e di documenti inediti che oltre a fornire nuova luce sull'attività di questo artista ne marcano gli esordi italiani.
Berto Lardera infatti, dopo aver intrapreso gli studi classici a Firenze, inizia da scultore autodidatta l'esperienza plastica proseguita e maturata durante alcuni soggiorni a Parigi e a Londra (1929-1935). Dopo il suo rientro in Italia, durante gli anni della guerra mondiale compie sperimentazioni su vari materiali come il legno, la pietra, il marmo, ma anche il bronzo. E' nel frangente temporale che va dal 1942 al 1945 che nascono le prime sculture bidimensionali come esito di una concezione plastica simultanea resa possibile da un'eloquente elaborazione di pieni e vuoti di cui la qualità laminare dei metalli, spesso diversi e saldati tra loro, si fa carico. Nel 1947 parte nuovamente e definitivamente per Parigi, dove nel 1948 realizza la prima mostra personale alla Galleria Denise Renè; lo stesso anno è invitato alla Biennale di Venezia (1948).
In seguito Lardera sarà presente ancora altre volte in essa e in numerose manifestazioni internazionali, tra cui la Biennale di S. Paolo del Brasile, la Documenta di Kassel (1955), la Triennale di Nuova Delhy (1968).
Una delle proprietà più evidenti della scultura di Lardera è la qualità del disegno delle sue parti plastiche i cui profili laminari si articolano in molteplici ortogonalità di piani e tensioni, tutti insieme rivolti a un mirabile equilibrio spaziale.
Nella mostra, in cui sono presenti opere provenienti dalla famiglia Lardera, da numerose collezioni private e da musei francesi, tedeschi e italiani, si distinguono "Sculpture à deux dimensions" (1947), "Occasion Dramatique" (1952), "Salle de rècrèation plastique" (1971) e altri importanti esiti dell'arte di questo Maestro.
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