L'estate incantata. La Versilia nelle opere di De Grada, Funi, Messina
Maschietto Editore
Forte dei Marmi, il Fortino, 8 luglio - 22 settembre 2005.
A cura di A. Paolucci e Laghi A. V.
Montecatini Terme, 2005; br., pp. 184, ill. b/n, tavv. col., cm 24x30.
ISBN: 88-88967-40-0 - EAN13: 9788888967400
Soggetto: Cultura del Viaggio,Pittura
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Toscana
Testo in:
Peso: 1.03 kg
"Se pensiamo all'Italia del ritorno all'ordine e dei valori plastici , alla riscoperta della natura... se proviamo ad auscultare il fervido brusio intellettuale che ci viene dal secolo scorso, è praticamente impossibile non dare a quelle riflessioni e a quelle emozioni le immagini della Versilia così come ce le hanno consegnate nelle loro estati gloriose Dazzi, Carrà e Soffici", scriveva Antonio Paolucci nella introduzione al catalogo della mostra L'Estate Incantata , 2004.
Ad un anno di distanza, dopo aver dato conto della genesi di questa avventura (con le opere di Carlo Carrà, Ardengo Soffici e Arturo Dazzi) la mostra intende prendere in considerazione altri tre altri grandi maestri del Novecento, Raffaele De Grada, Achille Funi, Francesco Messina che con le loro opere contribuirono a far diventare la Versilia centro di interessi molteplici e protagonista di un vero e proprio mito.
Raffaele De Grada soggiornò stabilmente a Forte del Marmi fin dagli anni Trenta del Novecento; Achille Funi, "un essere rude, sobrio, appassionato e silenzioso", come ce lo descrive Carlo Carrà, è presente dalla fine degli anni Venti; prendeva una casa in affitto a Vittoria Apuana e dipinse moltissimo qui. Francesco Messina che, prima sporadicamente e poi dal secondo dopoguerra con continuità, trascorse in Versilia lunghi periodi e realizzò numerosi ritratti di amici e colleghi che frequentava anche in Versilia.
Ancora due pittori e uno scultore, quasi a voler riaffermare che il legame con Forte dei Marmi, non privilegia una sola sfera dell'arte ma si apre - grazie anche al marmo delle Alpi Apuane - ad altre discipline. Poi una scelta che privilegia sia il criterio cronologico (Funi e Messina seguirono a ruota i tre pionieri) sia quello di "scuola" (in questa occasione la mostra analizza l'esperienza milanese che è diversa da quella toscana).
Quasi 60 opere provenienti da importanti musei pubblici (Museo Civico Revoltella di Trieste, Galleria d'Arte Moderna di Firenze, Galleria Civica di Ferrara, Provincia di Milano, Pinacoteca Cesarini di Fossombrone, Museo Nazionale del Bargello di Firenze), dalle raccolte degli eredi degli artisti o da importanti collezioni private. Databili fra gli anni Venti e i primi anni Sessanta del Novecento esse rappresentano il paesaggio versiliese, sono state ispirate o suggestionate dal suo territorio, raffigurano luoghi o persone della Versilia. Così i Nudi e i P aesaggi di Raffaele De Grada realizzati sulle suggestioni del mare e della campagna versiliese; Le Bagnanti di Achille Funi, memori del modello picassiano, i suoi porti e gli ombrelloni scarmigliati dal vento; i nudi di pescatori adolescenti , le b allerine e i ritratti di Francesco Messina nei quali ultimi, l'artista aveva fermato per sempre il ricordo di amici che, con lui, a Forte dei Marmi avevano soggiornato.
La mostra, si sviluppa sui due piani del Fortino. E' curata dal Prof. Antonio Paolucci e dalla dott.ssa Anna Vittoria Laghi. Si dota di un allestimento realizzato dall'architetto Paolo Antonio Martini e si avvale della collaborazione di studiosi come il prof. Raffaele De Grada e la dott.ssa Nicoletta Colombo che figurano nel comitato scientifico insieme a Luigi Colombo e a Maria Luisa Simone De Grada.
Organizzata dal Comune di Forte dei Marmi, questa iniziativa guarda al passato come base di lancio per un futuro prossimo dedicato all'arte contemporanea, come sostiene l'assessore alla cultura del Comune di Forte dei Marmi, Gabriele Monteforte.
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