Il palazzo della prefettura di Ancona. Luoghi e protagonisti di un'istituzione
Massa Editore
A cura di Mangone F. e Manzo E.
Napoli, 2010; ril., pp. 176, ill. b/n e col., tavv., cm 24,5x33.
(I Palazzi delle Prefetture. 3).
collana: I Palazzi delle Prefetture
ISBN: 88-95827-31-7
- EAN13: 9788895827315
Soggetto: Architettura e Arte Civile
Luoghi: Umbria e Marche
Testo in:
Peso: 1.28 kg
Il Palazzo del governo di Ancona pur fra tante trasformazioni, modifiche, ampliamenti, ristrutturazioni e restauri, documenta una storia vecchia almeno mezzo millennio, una vicenda complessa con molti aspetti noti e qualche nodo ancora da sciogliere che in certa misura coincide con la storia stessa della città, con l'alternarsi delle forme di governo, che, nonostante le plurime trasformazioni, i danni bellici e sismici, e i tanti restauri, lasciano un qualche segno leggibile nella stratificazione del turrito palazzo che oggi è sede della prefettura. Il valore monumentale del complesso va ben oltre la probabile, ma ancora non del tutto documentata attribuzione a Francesco di Giorgio Martini per i disegni della fabbrica durante la fase quattrocentesca. Per quanto attiene il palazzo anconetano, lo Stato unitario assegna da subito un duplice valore, per un verso legato alla tradizione storica e per l'altro alla funzione attuale. Molto indicativa in tal senso è la polemica scoppiata a inizio Novecento, allorché il Palazzo del governo in quanto rappresentanza dello Stato veniva individuato per allocare lapidi e monumenti commemorativi, ivi compreso il monumento alla mitica eroina anconetana Stamura: una scultura che, ancorché firmata da Ettore Ferrari, destava non poche perplessità nell'ambiente cittadino e negli organi preposti alla tutela, finché non se ne decise la rimozione e il trasferimento.