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Palazzo Sansedoni

Monte dei Paschi di Siena

A cura di Gabbrielli F.
La costola riporta alcuni difetti.
Siena, 2005; cartonato, pp. 504, cm 24x30.
(Itinerari e Proposte. 5).

collana: Itinerari e Proposte

ISBN: 88-8024-135-4 - EAN13: 9788880241355

Soggetto: Architettura e Arte Civile,Città,Pittura

Periodo: Tutti i Periodo

Luoghi: Toscana

Extra: Affreschi

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.8 kg


L'aspetto attuale del palazzo è dovuto alla ristrutturazione settecentesca, avvenuta in due fasi ben distinte, che oltre a riorganizzare la trama strutturale degli ambienti interni, ha modificato e uniformato gli elementi preesistenti.
Il primo intervento interessò tutta la superficie della facciata originale che dal vecchio palazzo Sansedoni (in corrispondenza dei tre livelli di trifore in prossimità del palazzo Chigi-Zondadari) arriva fino al limite della torre di Rocca Bruna.
Una fase successiva - più modesta per l'ampiezza dell'area interessata ma comunque notevolmente complessa - programmata durante gli ultimi decenni del secolo - servì ad unire l'ultimo volume quattrocentesco, allineando e modificando le bifore esistenti con altrettante nuove aperture a trifora.
Proprio mentre i lavori stavano per essere ultimati, il forte terremoto del 1798 provocò rilevanti dissesti nella struttura della nuova facciata.
I gravi danni imposero un rapido intervento di consolidamento con l'installazione di numerosi tiranti in ferro, la ricucitura delle lesioni sulla struttura in laterizio e l'integrazione delle lacune prodotte dalla perdita dei materiali (rivestimenti, laterizi, ecc.).
Al termine dei lavori di consolidamento, il rivestimento della facciata era costituito da un esteso intonaco pellicolare a calce, trattato in "velatura" non coprente di colore rossastro e, in molte zone, dove il laterizio era assente, con stilature incise a simulare i ricorsi di mattoni disposti a "faccia vista".
Sulle porzioni di facciata con elementi in pietra calcare cavernoso, parte del paramento di una più antica torre, i relitti di una patinatura superficiale di colore bruno-marrone sono inoltre la conferma di altri interventi che risalgono ad epoche pre-settecentesche.
La varietà delle tonalità di colore (rosa chiaro, rosso ferrigno, ocra bruno, ecc.), la diversità dei rivestimenti attuati a seconda della necessità (intonachino, stilature in verosimiglianza del laterizio, velature e patinature) hanno portato all'ipotesi dell'assenza di un unico ed originale disegno complessivo

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci