Cattedrale vegetale. Un'opera di Giuliano Mauri
Nicolodi
Rovereto, 2003; br., pp. 90, ill. col., cm 20x22.
(Le Lame).
collana: Le Lame
ISBN: 88-8447-080-3 - EAN13: 9788884470805
Soggetto: Parchi, Giardini e Ambiente,Saggi (Arte o Architettura),Scultura
Periodo: 1960- Contemporaneo
Luoghi: Nessun Luogo
Testo in:
Peso: 0.32 kg
Utilizza materiali naturali preferendo quelli che trova nei luoghi di intervento: legni robusti come il castagno, il nocciolo, l'olmo, il faggio. E poi fango, sterco, corde. I suoi aiutanti li trova sul posto, persone robuste, in genere cinque o sei, che lo facilitano nel lavoro. Vittorio Fagone è lo storico dell'arte contemporanea che si interessa da circa vent'anni del suo lavoro, e da qualche anno anche Studio Azzurro segue questo uomo con occhi furbi e mani screpolate. La televisione Svizzera ha prodotto un documentario e ora le tv di tutto il mondo lo acquistano curiose. La sua opera più nota è la Cattedrale Vegetale. Il progetto, realizzato in due mesi per l'edizione di Arte Sella 2001 nell'ambito degli "Incontri Internazionali Arte Natura", ha le dimensioni e la forma di una vera cattedrale gotica composta da tre navate rette da ottanta colonne di rami intrecciati, alte dodici metri e di un metro di diametro; all'interno di ognuna è stato piantato un giovane carpino. Quando la struttura col tempo si corroderà rimarranno queste piante a fare da testimoni dell'idea artistica e del tempo che passa. La Cattedrale Vegetale ha già attratto 100.000 visitatori, che hanno camminato fino alla malga per vivere l'atmosfera spirituale che riesce ad infondere.
L'aspetto più interessante del suo lavoro è il processo. Processo di ideazione, costruzione e evoluzione. Sì perché le sue opere non conoscono la stasi, sono in continuo movimento. Gli alberi crescono, il paesaggio si modifica e così queste installazioni. L'arte di Giuliano Mauri esprime la volontà archetipica umana di piegare la natura, senza danneggiarla, ma anzi favorendola, coltivando il suo sviluppo e recuperandone la forza spirituale che le appartiene da sempre. Dunque, ripensando al discorso della definizione, questa è vera arte contemporanea, un'arte che quando non è più attuale si corrode, e perlopiù non crea problemi di smaltimento dei rifiuti.
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