Gaetano Nencini. Opere e Progetti
Pacini Editore
A cura di Bracaloni F. e Dringoli M.
Ospedaletto, 2015; ril., pp. 144, 240 ill. b/n e col., cm 23x23.
(Architettura).
collana: Architettura
ISBN: 88-6315-978-5
- EAN13: 9788863159783
Soggetto: Architetti e Studi
Testo in:
Peso: 0.65 kg
"Dopo i volumi dedicati a Federigo Severini, Pietro Studiati Berni e Giovanni Girometti, ingegneri operanti a Pisa prima della guerra, ed a Luigi Pera, ingegnere architetto e docente attivo principalmente nella ricostruzione post bellica, questo quinto volume della collana "Architetti e Ingegneri del Novecento nel territorio pisano" tratta dell'opera di Gaetano Nencini, architetto, docente particolarmente attivo, non soltanto a Pisa, nei decenni successivi al primo dopoguerra. Ricordare oggi la figura di Mencini assume però un significato che va oltre la valutazione delle sue opere e del suo insegnamento. Egli si può considerate, infatti, il principale e ultimo interprete, a Pisa, dell'architettura intesa come prodotto di un'evoluzione fortemente radicata nella tradizione ed espressa con modalità che possono ben definirsi artigianali, senza per questo rinunciare né agl'insegnamenti che il Movimento Moderno aveva trasmesso, né all'impiego di tecnologie che, tenendo conto degli anni in cui venivano adottate, si possono considerare innovative. Caratteristiche che, sotto molti aspetti, lo accostano a Michelucci, cui lo accomunava certamente, oltre alla scuola di provenienza, l'interpretazione che dava del restauro, inteso principalmente come strumento per ridare vita e anima ad un'opera che, altrimenti, finirebbe col morire. Non a caso proprio nel campo del restauro ha espresso le sue opere più significative, con interventi che gli hanno procurato importanti riconoscimenti, come il Premio INARCH assegnatogli alla memoria nel 1989 per il progetto del Museo delle Sinopie. Del resto operare nel restauro, nonostante la naturale avversione nei confronti degli apparati burocratici e normativi, gli consentiva maggiore indipendenza dalle richieste della committenza rispetto a quanto gli accadeva operando per gl'imprenditori privati, con i quali, malgrado la grande quantità di progetti eseguiti, molto spesso aveva un rapporto conflittuale. Se riusciva ugualmente a operare con risultati di qualità, era grazie alla capacità di esprimersi con un linguaggio che aveva doti di semplicità e chiarezza non sempre riscontrabili in chi opera nell'architettura. Le stesse qualità con cui soleva intervenire, nei dibattiti o sulla stampa, per difendere il patrimonio culturale del territorio pisano, cui si sentiva indissolubilmente legato." (Federico Bracaloni e Massimo Dringoli)