Alessandro Scheibel. Dalla Scuola di Carena all'Astrattismo nella Stagione di Fiamma Vigo
Pacini Editore
Firenze, Sala delle Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno, 7 settembre - 30 settembre 2016.
A cura di Cagianelli F.
Ospedaletto, 2016; br., pp. 112, 113 ill. b/n e col., cm 24x22.
(Arte).
collana: Arte
ISBN: 88-6995-089-1
- EAN13: 9788869950896
Soggetto: Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.7 kg
Con questa rassegna retrospettiva dedicata ad Alessandro Scheibel, mancato nel 1979, nella sala espositiva dell'Accademia delle Arti del Disegno entra con irruenza il Novecento, portatore d'innovazione in tutti i linguaggi artistici, all'insegna di una tumultuosa varietà. Nel sito meritoriamente dedicato all'artista si legge appunto che "trascorrendo dal surrealismo al post-cubismo per proseguire verso l'astrattismo e l'informale, Scheibel percorre tutto il Novecento con il suo personalissimo tratto, improntato a una dimensione sperimentale, che lo conduce verso le avanguardie europee". Nella pittura e nella grafica di Scheibel si ritrovano gli elementi formativi provenienti dai suoi maestri, anzitutto da Felice Carena - ne è un esempio l'intenso Autoritratto giovanile - ma via via trasformati nei linguaggi di una modernità inquieta e continuamente aggiornata: il Surrealismo di forme oniriche, il Postcubismo, l'Astrattismo. La veduta urbana dominata dalla Cupola del Duomo fiorentino è la ricomposizione, secondo una ratio geometrica di matrice rinascimentale, di un tessuto architettonico che la lezione cubista ha insegnato a scomporre. Un'attitudine alla serialità - di figure, di teste, di occhi - è messa al servizio di evocazioni angosciose e oscure: scene di guerra, con L'umanità ridotta a fregio in cui l'individualità compressa va perduta. Mentre nella grafica, forme pseudo-organiche (che sembrano ispirate dai grandi dell'Astrattismo come Kandinski e Mirò) fluttuano colorate in un spazio indistinto, in una sorta di quieta libertà. Sulle orme di Scheibel, che trascorse a Firenze i suoi anni più creativi, si torna a considerare la vitalità e il pluralismo del periodo fra le due guerre e dei Cinquanta-Sessanta negli ambienti artistici della città, autentico crocevia di presenze internazionali, sulle quali l'esperienza fiorentina non mancò di imprimere memorie durature e decisive. (Cristina Acidini)