Il tempo e la fine. Figure della caducità e dell'eternità nella poesia classica e moderna
Pacini Editore
A cura di Gherardi F.
Ospedaletto, 2023; br., pp. 256, cm 16x23.
(I Libri dell'Associazione Sigismondo Malatesta. Studi di Letterature Comparate. 38).
collana: I Libri dell'Associazione Sigismondo Malatesta. Studi di Letterature Comparate.
EAN13: 9791254862926
Testo in:
Peso: 0.58 kg
«Al pari di tutte le grandi configurazioni tematiche - quelle che segnano le longues durées della creazione letteraria, poiché si nutrono di emozioni, nozioni e pulsioni profondamente umane - anche il Tempo conta su modalità di rappresentazione e addentellati tematici costanti, così come su variazioni determinate dalle diverse latitudini geografiche e contingenze storiche. Da quando, difatti, l'umanità ha cominciato a plasmare in letteratura, grazie alle iniziative di Esiodo o anche di Omero, le immagini con le quali l'oralità narrava la consapevolezza della propria natura caduca e transeunte, è stato chiaro quanto illusorio fosse per l'uomo aspirare a realizzare il doppio proposito di definire il Tempo e di esercitarne il controllo, con il sogno di eludere la Fine, propria o universale. A non altro rinviano, di fatto, le concrezioni del ????o? emergenti dalla teogonia ellenistica in fusione con il Saturno del folklore romano: il dio divoratore esiodeo, di matrice cosmica (cristallizzato nella memoria collettiva dalla perturbante rappresentazione goyesca), passa a regolare le stagioni della produzione agricola romana e, nel farlo, unisce microcosmo e macrocosmo, ponendosi a garanzia di rinnovamento ciclico, post mortem, di tutto. Proprio la doppia tensione che da quella coscienza deriva - di acquisizione e di perdita al contempo - struttura la relazione psichica che l'io intrattiene con il Tempo, poiché - lo chiarisce mirabilmente Freud nel suo breve ma illuminante saggio sulla Caducità - essa si alimenta dell'impossibilità di prolungare il piacere oltre il momento della sua insorgenza, del suo presente, in ragione della capacità della psiche di presentirne la fine...». (Flavia Gherardi)