Semicerchio. Rivista di poesia comparata (2024). Vol. 1: The nature-text. Poetics of hyperobjects and post-apocalyptic poetry
Pacini Editore
A cura di De Francesco A.
Ospedaletto, 2024; br., pp. 152, cm 20x27.
EAN13: 9791254864159
Soggetto: Periodici
Testo in:
Peso: 0.44 kg
«"Il cervo vive mille anni. Il cinghiale ha due corna sul grugno. La donnola concepisce i piccoli attraverso la bocca e li partorisce dall'orecchio. Il toro perde le forze se viene legato a un fico. Il caprone ha sempre la febbre e il suo sangue è così caldo che perfora il diamante. [...] La iena cambia sesso a piacimento. Quanto alla rondine, mangia, beve e dorme volando". Così Michel Pastoureau apre il suo studio Bestiari del Medioevo, "strani libri di animali che parlano delle diverse specie zoologiche non tanto per descriverle oggettivamente e ancor meno per studiarle in maniera scientifica, ma piuttosto per trarne significati morali e religiosi". Come vorrei dimostrare, la loro rilevanza è sia mediale che transmediale, a seconda che il genere letterario del bestiarium si usi per chiarire le caratteristiche oggettuali o "iperoggettuali" di un singolo bestiario contemporaneo. In altre parole, la categoria di iperoggetto può servire a compiere un passaggio, anzi, un salto, dall'analisi mediale di un'opera poetica all'analisi transmediale, in quanto la transmedialità mette in relazione l'opera con il rapporto dei naturalia rappresentati tra di loro (intertestualità), ma anche in rapporto ai bestiari esistenti (storicità del medium) e a quelli possibili (pratica poetica) secondo «risonanza» ovvero secondo ciò che Morton definisce anche "interoggettività". Concetto nato per spiegare a livello culturale il rapporto di singoli eventi catastrofici con il processo di riscaldamento globale, l'iperoggetto è caratterizzato da proprietà oscure - del resto, già indicate nel nome del progetto filosofico di Timothy Morton, la dark ecology - ma adatte a definire fenomeni di scala esorbitante, e dunque anche la natura transmediale di opere medialmente diverse come una silloge poetica e una mostra fotografica, eppure comparabili in quanto entrambe si riferiscono, ciascuna a suo modo, al processo compositivo del bestiarium...» (Mariaenrica Giannuzzi)