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La scrittura in Lacan

Pequod

A cura di Tassinari A.
Ancona, 2022; br., pp. 136, cm 14,5x20,5.
(Quaderni del Pequod).

collana: Quaderni del Pequod

ISBN: 88-6068-208-8 - EAN13: 9788860682086

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.21 kg


«La scrittura in Lacan» raccoglie i contributi del «Centro studi e Ricerche in Psicoanalisi a orientamento lacaniano» su un'attività tipicamente umana, la scrittura, definita da Lacan «un fare che dà sostegno al pensiero». Al contrario di Freud, Lacan ha scritto poco ma ha dato molto spazio alla parola. Il suo insegnamento è stato prevalentemente orale, difficile ma appassionante, e mette il lettore di fronte a un linguaggio articolato e denso, dove mancano spiegazioni sistematiche. Il lettore si trova così impegnato in ciò che legge, occorre che il testo lo lavori e lo metta al lavoro, come in un al di là della conoscenza. In Lacan la scrittura non ha a che fare né con la prosa, né con la letteratura. Si tratta di una scrittura che non è rappresentazione, ma lettera incorporata, la parola è suono ed è ciò che risuona nel corpo, rimanda non solo al significante che differisce dal significato, ma anche a ciò che si scrive e all'autore stesso della scrittura psichica: siamo pagina scritta prima che scrittori della pagina. Sta alla psicoanalisi recuperare ciò che scrivendosi si è cancellato e per questo iscritto nel corpo, servirsene, in modo del tutto personale, in rapporto a una possibile nuova alleanza con la pulsione; ed è per questo che occorre la presenza corporea di un lettore/analista a cui il soggetto si rivolga, che legga nelle parole dell'analizzante una scrittura ritrovata perché si scrive nel momento stesso in cui si cancella. Un lavoro che avvicina l'esperienza analitica più alla poesia che alla prosa. Se il soggetto assume l'essere stato scritto e se ne fa qualcosa, al pari dell'artista, diventerà in parte scrittore del poema; scrive, inventando qualcosa di inedito. E per questa esperienza fatta in due, in presenza, ci vorrà tempo; a volte, la vita intera.

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