Il genio femminile nell'antichità
Polistampa
A cura di Bruni Stefano e Maria Serena Funghi.
Firenze, 2024; br., pp. 120, cm 15x21.
(I Quaderni della Colombaria. 14).
collana: I Quaderni della Colombaria.
ISBN: 88-596-2443-6 - EAN13: 9788859624431
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Si parte con la figura dell'etrusca Tanaquil, moglie di Tarquinio Prisco, che primeggia a Roma nel suo ruolo politico di regina, per passare poi in Grecia con le due poetesse più famose: Saffo, a cavallo fra VII e VI secolo a.C., di cui recentemente i papiri hanno arricchito gli elementi biografici, e Corinna, probabilmente del V secolo, definita "la decima Musa", nota già nell'antichità per il suo agone con Pindaro.
Tornando in Italia, stavolta fra II e I secolo a.C., troviamo la pittrice Iaia, nativa di Cizico ma operante a Roma e a Napoli, esperta in tecniche come l'encausto o la tempera e abile ritrattista. Dopo la caratterizzazione della figura di Cleopatra all'interno della sua dinastia, e soprattutto nella storia del suo paese, si approda ancora a Roma con un'altra poetessa simbolo dell'elegia latina: Sulpicia, dell'epoca dei poeti augustei, nella scia di Properzio, l'unica di cui ci è stato tramandato un discreto numero di versi.
L'ultimo personaggio preso in esame è Ipazia di Alessandria, che visse agli inizi del V secolo d.C. Scienziata e filosofa neoplatonica, è celebre per essere diventata una martire pagana
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