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Materiali e Strutture. Nuova Serie. Anno XI. Numero 21, 2022. Palazzi in restauro

Quasar

A cura di D. Fiorani.
Testo Italiano e Inglese.
Roma, 2023; br., pp. 104, ill. b/n e col., tavv., cm 17x24.
(Materiali e Strutture (Problemi di Conservazione). 21).

collana: Materiali e Strutture (Problemi di Conservazione)

Soggetto: Periodici

Testo in: testi in  inglese, italiano  testi in  inglese, italiano  

Peso: 0.36 kg


"Per dar conto della diversità di situazioni e problematiche che entrano in campo nell’esercizio consapevole del restauro delle facciate storiche, si presentano in questo numero della rivista tre casi molto diversi fra loro e ugualmente stimolanti. Il primo saggio, di Vincenzo Di Pietro e Susanna Sarmati, è dedicato agli interventi appena conclusi su uno degli edifici romani più significativi: il palazzo della famiglia Doria Pamphilj in via del Corso. Il secondo articolo riguarda ancora un palazzo costruito per i Doria Pamphilj a Valmontone, in provincia di Roma; l’edificio pone problematiche e ha richiesto soluzioni di restauro totalmente differenti dal caso precedente, come descritto da Claudia Castagnoli e Federica Cerroni. Il terzo contributo illustra, ad opera di Michela Antonucci, Elvira Cajano, Marina Pennini e Leila Signorelli, l’intervento condotto all’interno di palazzo Stati Cenci Maccarani a Roma: una corte e non una facciata, stavolta, oggetto di un’interessante scoperta relativa alle caratteristiche del rivestimento cinquecentesco che ha offerto nuovi riscontri alla storia dell’architettura e precisi problemi di ricomposizione ai restauratori. La seconda questione sollevata dal restauro dei palazzi riguarda la difficoltà di operare in maniera organica e unitaria sull’intero complesso, le cui problematiche generali dal punto di vista funzionale e tecnico sono state qui riassunte dal contributo di Roberta Dal Mas in riferimento ad alcune fabbriche romane.
In generale, la proprietà privata, unitaria o frazionata, raramente riesce a garantire le condizioni economiche e gestionali per elaborare un progetto e, soprattutto, un cantiere svincolati da condizionamenti d’uso e dalle pressioni delle emergenze, a meno che non si tratti di grandi proprietari, come banche o società finanziarie. In quest’ultimo caso, però, gli obiettivi della valorizzazione economica dell’‘immobile’ non di rado tradiscono le finalità culturali legate al restauro, confondendo il prestigio dell’intervento con la sua capacità innovativa, in termini sia architettonici che materici. È soprattutto grazie all’intervento pubblico, pertanto, che si riesce ad affrontare l’argomento con gli strumenti e le finalità più adeguati, ma ciò accade in genere in presenza di edifici monumentali, spesso utilizzati come sedi di istituzioni culturali, o a seguito di eventi distruttivi, come con il sisma dell’Aquila. Ciò vale soprattutto per la fase conoscitiva, che costituisce la parte fondativa (e spesso anche la più impegnativa) del progetto di restauro. Questa può essere talvolta affidata, anche da privati, alla ricerca universitaria, come nel caso di villa Garzoni a Collodi, attentamente illustrato, nel metodo e nei contenuti, da Francesca Giusti, Giorgio Ghelfi e Francesco Pisani, ma più spesso rimane confinata alla produzione di relazioni accessorie prive di un reale approfondimento." (dall'Editoriale di Donatella Fiorani)

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