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Letteratura spagnola in lingua castigliana

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A cura di Bognolo A. e Cappellari S.
Verona, 2012; br., pp. 190.
(Quaderni del Premio letterario G. Acerbi).

collana: Quaderni del Premio letterario G. Acerbi

ISBN: 88-6464-184-X - EAN13: 9788864641843

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.91 kg


La penisola Iberica, divenuta Hispania con i Romani, subisce nel V secolo l'invasione dei cristiani Visigoti e Vandali, da cui Vandalusia. Due secoli dopo arrivano gli Arabi. Così nel primo millennio si sviluppano tre culture e tre letterature: España cristiana, Al Andalus araba, Sefarad ebrea. La cacciata degli Ebrei e degli Arabi, la Reconquista, pur diventando la fonte di un'epica spagnola in lingue neoromanze, non cancella le tracce di queste importanti origini. Lingue al plurale, perché al castigliano prevalente si aggiungono il catalano, il galiziano e il basco. Dunque un Paese plurimo, geloso delle proprie autonomie, che cerca caparbiamente di imporre una forte organizzazione unitaria, sia con la codificazione delle leggi che con la religione cattolica, unica consentita. E si chiamerà il periodo dei re cattolici quello dell'unificazione di Castiglia e Aragona nelle persone di Isabella e Ferdinando, un complicato matrimonio che, oltre alla organizzazione della ben nota spedizione di Colombo verso le presunte Indie, si esercitò nel rinforzare il potere centrale e nella persecuzione di marrani e moriscos, finti convertiti ebrei e arabi.

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