La poesia in dialetto di Albino Pierro nel decennale della sua scomparsa
Rubbettino Editore
A cura di Merola N.
Soveria Mannelli, 2008; br., pp. 247, cm 14,5x22,5.
(Filologia Antica e Moderna).
collana: Filologia Antica e Moderna
ISBN: 88-498-2285-5
- EAN13: 9788849822854
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 0.39 kg
Poiché all'uomo Pierro (1916-1995) non è mancato l'affetto di chi ha saputo conoscerlo e apprezzarlo, è piuttosto il poeta che va riproposto all'attenzione. Niente assecondava una emarginazione che fu anche editoriale, quanto la natura eccezionale e paradossale, cioè l'assolutezza, della sua proposta poetica. Il primo paradosso di Pierro è stato che una poesia che nulla concedeva al folclore si presentasse al contrario fortemente marcata in senso locale dall'orizzonte culturale eroicamente ristretto e dalla lingua stessa nella quale aveva scelto di esprimersi.il secondo è che una poesia straordinaria, ambiziosamente ancorata alla propria identità, senza concessioni e senza rinunce, insensibile alle mode e irriducibile alle convenzioni, ma anche mite, ragionevole, affettuosa, per scommettere sulla propria portata universale, sia apparsa arroccata dietro uno sbarramento pressoché inespugnabile e abbia perdutamente congiunto le proprie sorti a quelle di un dialetto,anzi di un "dialetto che più dialetto non si può",come ebbe a definirlo uno che se ne intendeva e che nei confronti di Albino Pierro e della sua poesia ha avuto non pochi meriti, Gianfranco Contini. Per tornare a leggere Pierro, nessun miglior viatico di un convegno che si è tenuto per il decennale della sua scomparsa e nel quale hanno preso la parola studiosi come Romano Luperini e Giulio Ferroni, Luciano Formisano e John Trumper, Nicola De Blasi e Ferdinando Mirizzi.