Europa e nuovo umanesimo. Percorsi di ricerca. [Edizione italiana, inglese e francese]
San Giorgio Editrice
Testo Italiano, Inglese e Francese.
Genova, 2007; br., pp. 176, cm 15,5x23.
(Percorsi culturali europei).
collana: Percorsi culturali europei
ISBN: 88-7679-062-4 - EAN13: 9788876790621
Soggetto: Regioni e Stati
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 0.52 kg
Nell'introduzione al volume monsignor Lorenzo Leuzzi, responsabile della pastorale universitaria della diocesi di Roma e curatore del volume, ha scritto che "i contributi scelti indicano tre percorsi di ricerca tra loro profondamente uniti e decisivi per rispondere alla questione chiave della cultura europea, qual è quella antropologica".
Il primo percorso è quello della crisi della modernità. A tale proposito Rémi Brague, professore di Filosofia araba alla Sorbona di Parigi, afferma che "l'Europa si trova di fronte a una contraddizione fondamentale, la cui radice è nel fallimento di quel progetto 'umanista', che - secondo l'autore - inizia con Bacone e Cartesio, e che avrebbe dovuto dare origine al regnum hominis".
Monsignor Leuzzi condivide il commento di Brague e pone una domanda: "Quando si parla di modernità si deve intendere una fase della storia del pensiero umano o il sorgere di una nuova emergenza antropologica?"
Secondo il responsabile della pastorale universitaria, "la questione antropologica non è stata sufficientemente colta nella sua profondità, a cominciare da quel filone di pensiero che comunemente viene denominato con il termine 'modernità'".
"La crisi della modernità - sostiene Leuzzi - va riferita all'insufficiente capacità interpretativa della riflessione umana, ma non alla realtà antropologica, che resta di fronte a noi in tutta la sua novità". Per questo "si può ben dire che il superamento della crisi della modernità è la grande sfida a cui sono chiamati a rispondere i docenti universitari, perché bisogna colmare un vuoto filosofico e teologico che non può più essere ignorato".
Il secondo percorso indicato dal volume è quello del rapporto tra fede e ragione. Si parte dal workshop dei docenti universitari sull'Enciclica Fides et Ratio svoltosi nel 2005, in occasione della III Giornata Europea degli Universitari, per arrivare alle novità del magistero di Papa Benedetto XVI.
Monsignor Leuzzi spiga che con Benedetto XVI il rapporto tra fede e ragione "ha assunto una connotazione profondamente innovativa: si è passati da una prospettiva prevalentemente 'metodologica', ad una di tipo 'metafisico'".
In questo contesto la proposta di "allargare gli orizzonti della razionalità", più volte espressa dal Papa, va inserita in un contesto dove "prima delle questioni metodologiche c'è la realtà".
Per il responsabile della pastorale universitaria "è superfluo ritornare alle vecchie diatribe intellettuali storicamente datate; prime fra tutte quelle galileiane". Ciò che è decisivo "è la nuova realtà umana, esistenziale, a cui è urgente porre mano per aiutare l'uomo a non annullarsi nella storia".
In questa prospettiva - continua - tutte le scienze sono chiamate in causa, sia per la normale e mai esaurita verifica del cammino compiuto, sia per favorire un nuovo lavoro interdisciplinare che affronti la realtà, dalla cui comprensione dipende il futuro stesso dell'elaborazione scientifico-disciplinare. Senza il riscontro della realtà ogni ricerca scientifica rischia, oggi più che mai, di trasformarsi in fenomeno culturale di natura irrazionale".
Il libro rileva come il tema del nuovo umanesimo apra interessanti prospettive di ricerca a tutte le discipline accademiche, perché si tratta di fornire e alimentare con proposte culturali adeguate il cammino "costruttivo" dell'uomo.
Leuzzi è convinto che "l'Università e i docenti che in essa operano sono chiamati ad uscire dal guscio dell'autoreferenzialità per manifestare, senza paura e reticenze, che l'uomo è chiamato ad essere vero protagonista della storia".
Aggiunge inoltre che "è la vocazione dell'Università incoraggiare l'uomo a non disperdersi, ma a concentrarsi nella ricerca della verità. Ma è anche la vocazione propria di ogni docente: essere testimone della carità intellettuale".
Il terzo e ultimo percorso è quello del contributo del cristianesimo, e qui monsignor Leuzzi spiega che "per molto tempo il compito degli intellettuali cattolici si è limitato all'analisi, attenta e precisa, del pensiero elaborato, facendo coincidere la presenza culturale del cristianesimo con un semplice, anche se delicato, ruolo profetico per andare oltre. Ciò è importante, ma non può esaurire il ruolo storico del cristianesimo: è necessario ripartire dal quel progetto pastorale che Benedetto XVI più volte ha definito con il termine di 'realismo della fede'".
A questo proposito il presule ha ricordato che Benedetto XVI nel suo discorso all'Episcopato latinoamericano e dei Caraibi, in occasione della V Assemblea generale, ha presentato quello che può essere definito come il "manifesto del realismo della fede", in cui si dice che "solo chi riconosce Dio conosce la realtà e può rispondere ad essa in modo adeguato e realmente umano".
Monsignor Leuzzi osserva che "l'uomo concreto e storico è un costruttore e il Dio dal volto umano, che si è manifestato in Gesù Cristo, è la realtà fondante. In Gesù Cristo Dio ha reso possibile la realizzazione di questa vocazione, non in astratto, ma nel vissuto esistenziale che pone l'uomo di fronte al grande dilemma: annullarsi nei processi della storia o essere costruttore di una storia che supera il tempo e lo spazio".
Questo - secondo il responsabile della pastorale universitaria - "è il cuore della questione antropologica; non si tratta di formare un uomo 'eticamente' buono, ma di formare un uomo 'costruttore' che si arricchisce ontologicamente".
Per questo motivo, conclude monsignor Lezzi, "elaborare un nuovo umanesimo in Europa e per l'Europa è un progetto di grande portata storica. Senza nostalgia del passato e senza lasciarsi travolgere dall'utopia dell'irrazionalità, gli uomini del nostro tempo sono chiamati a vivere nella nuova stagione della costruttività. Per costruire, però, è necessario possedere la virtù dell'onestà intellettuale, che si acquista solo nella familiarità con il nascosto e silenzioso desiderio di cercare la verità".
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