Il nuovo volto del diritto italiano del lavoro
Scienze e Lettere
Roma, 2006; br., pp. 281.
(Atti dei Convegni Lincei. 223).
collana: Atti dei Convegni Lincei
Soggetto: Saggi (Arte o Architettura)
Testo in:
Peso: 1.35 kg
RENATO SCOGNAMIGLIO CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE SUL NUOVO VOLTO DEL DIRITTO DEL LAVORO SOMMARIO 1. L'attuale crisi del diritto del lavoro: il nuovo volto 2. II lavoro considerato cosa vile da addossare ad uomini privi di libertà o in stato servile fino all'epoca moderna 3. L'avvento nell'era moderna di una nuova civiltà liberale ed industriale. Il ruolo trainante del capitale e la condizione diseguale ed inferiore del lavoro subordinato 4. L'esigenza di una tutela forte dei lavoratori subordinati: l'intervento protettivo della legge; l'autotutela ad iniziativa del movimento sindacale 5. La grande dimensione numerica del lavoro dei privati e dei pubblici dipendenti e l'apporto del lavoro alla creazione della civiltà attuale. La sua rilevanza giuridica alla stregua della costituzione, del codice civile e delle leggi speciali 6. La costruzione dottrinale del contratto di lavoro subordinato come locatis operarum: il ripudio della teoria istituzionistica. L'inadeguatezza dello schema concettuale e normativo del contratto. Il rapporto di lavoro, come Figura centrale e fondante del diritto del lavoro. Il fronte della rilevanza dell'autonomia contrattuale, limitata alla costituzione, alle modifiche e alla cessazione del rapporto di lavoro. L'inapplicabilità al rapporto di lavoro della gran parte della disciplina generale dei contratti. L'estensione del diritto del lavoro all'ordinamento sindacale e alla legislazione sociale 7. Dal lavoro subordinato ai lavori. Le diverse tipologie, anche ai sensi del d. Igs. n. 276/2003 del rapporto di lavoro. Il lavoro autonomo come oggetto di un rapporto di collaborazione continuativa e coordinata 8. Considerazioni finali.
1. Le considerazioni introduttive mirano, questo almeno è il mio proposito, ad illustrare il senso e le ragioni dei Convegno, al quale abbiamo dato il nome, che può suscitare qualche perplessità, del nuovo volto del diritto del lavoro.
In un'epoca di riforme di diritto del lavoro, auspicate o osteggiate da contrapposte sponde e realizzate solo in parie e talora a titolo sperimentale. si propone l'interrogativo di fondo se il principio della tutela forte dei lavoratori, soggetti deboli nei confronti dei datori di lavoro e all'interno del corpo sociale, apparso fin dall'origine la ragion d'essere di un nuovo ramo del diritto, debba cedere il passo alle contrastanti esigenze, tali ritenute almeno, della attuale realtà economico sociale. E non si tratta di un interrogativo ingiustificato o addirittura retorico, perché una corrente di pensiero, che incontra un certo seguito soprattutto nella dottrina straniera, preconizza da tempo la dissoluzione del diritto del lavoro ed il suo ritorno nel seno confortevole del contratto, alla cui stregua i conflitti di interessi tra prestatori e datori di lavoro potrebbero trovare una più appagante e fruttuosa composizione.
Ritengo invece, ed è l'opinione prevalente della dottrina italiana, che il diritto del lavoro sia in grado di recepire le istanze innovatrici e ad esse adattarsi con un ridimensionamento, per quanto possa apparire conveniente di garanzie e diritti dei prestatori di lavoro, cosi da assumere un nuovo volto, senza che rimangano travolte la sua funzione e la sua specialità.
E questa sembra essere la via seguita dalla legislazione riformistica, che costituisce l'oggetto principale dei lavori del Convegno.
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