Il disegno nella scultura italiana dell'Ottocento tra Neoclassicismo e Restaurazione. Il corpus dei disegni di Giuseppe De Fabris
Silvana Editoriale
A cura di Agato B.
Cinisello Balsamo, 2008; ril., pp. 215, ill. b/n, tavv. b/n, cm 24x30.
ISBN: 88-366-1284-9
- EAN13: 9788836612840
Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Restauro Tecniche di conservazione Beni Culturali,Saggi (Arte o Architettura),Scultura,Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Testo in:
Peso: 1.458 kg
Proveniente da una modesta famiglia della provincia veneta, Giuseppe De Fabris si forma all'Accademia di Brera nella Milano napoleonica dove ottiene le sue prime affermazioni come scultore. Con la caduta di Napoleone si trasferisce a Roma nella cerchia di Canova e alla corte dei papi persegue una brillante carriera che lo porterà alla direzione dei Musei Vaticani. Effigia papi e cardinali, suo il monumento sepolcrale di Leone XII in San Pietro, sua la grande statua del santo che dalla gradinata antistante la basilica domina la piazza, suo il monumento funebre di Palladio a Vicenza e così molte altre opere di arte funeraria. Nella Roma di Gregorio XVI diventa una figura di primo piano con cui i suoi rivali si devono confrontare. È lo scultore della Restaurazione al servizio di papi reazionari in un periodo considerato opaco per la scultura che, dopo gli splendori di Canova, è alla ricerca di una nuova stagione, un periodo oscurato dall'ingresso dei bersaglieri a Porta Pia e ora in corso di rivalutazione. Il percorso artistico di De Fabris viene ora presentato con una raccolta di suoi disegni, in gran parte inediti, che documentano la transizione dal Neoclassicismo alla Restaurazione e quanto resta dell'eredità di Canova in uno scultore che, forse a torto, è stato finora considerato uno dei minori dell'Ottocento.