Walter Lazzaro. Biala Podlaska n. 55930. Disegni del lager
Silvia Editrice
Monza, Galleria Civica, 27 gennaio - 26 febbraio 2006.
A cura di Allievi W.
Testo critico di Domenico Montalto.
Cologno Monzese, 2006; br., pp. 84, ill. col., cm 22x22.
ISBN: 88-88250-44-1
- EAN13: 9788888250441
Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Pittura e Disegno - Monografie
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno
Luoghi: Europa
Testo in:
Peso: 0.33 kg
La memoria collettiva del grande sterminio del '900 cela sacche di oblìo, zone di non detto che attendono tutt'oggi una parola definitiva, a sessant'anni dalla conclusione dell'ultimo conflitto che debba dirsi davvero mondiale. Di quell'immane ecatombe, che costò all'umanità cinquemila morti al giorno per cinque anni e infinite rovine, non tutto può essere archiviato. Rimangono ancora torti da attribuire e ragioni da risarcire, se non nella storiografia almeno nella coscienza comune. Fra queste pagine di barbarie, di pena e di eroismo c'è quella - non del tutto scritta - dei cosiddetti «schiavi di Hitler», ovvero degli oltre ottocentomila soldati italiani, fra truppa e ufficiali, che dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 vennero catturati sui vari fronti dagli ex alleati tedeschi e considerati non come prigionieri di guerra, bensì quali «internati militari», categoria non prevista dalla Convenzione di Ginevra sui Prigionieri del 1929. Il dissolvimento del nostro Esercito, la crisi politica del regime e la mancanza di ordini precisi lasciarono quegli uomini, trattati da traditori, allo sbando e in balìa della vendetta hitleriana. Alcuni vennero sommariamente passati per le armi, trucidati come a Cefalonia. Molti, per salvarsi, accettarono di collaborare con le SS e con la Repubblica Sociale. Ma la gran parte, più di seicentomila, restarono leali alla Patria, furono perciò deportati e finirono reclusi nel lager, in Germania e Polonia, dove cinquantamila morirono di violenze, denutrizione, tubercolosi, disperazione. Quasi mezzo milione furono costretti, dopo gli accordi tra il Führer e Mussolini del 20 luglio 1944, a lavorare coattivamente come contadini, come operai nei campi di concentramento, come manovali edili e ferroviari, allo sgombero delle macerie, al diretto servizio dell'industria bellica tedesca: un enorme affresco di...