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Conversano Romano

Silvia Editrice

Cologno Monzese, 1982; cartonato, pp. 192, 4 ill. col., cm 22x24.

Soggetto: Pittura e Disegno - Monografie

Periodo: 1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.89 kg


C'è in Conversano qualche cosa di intatto: soprattutto, c'è in lui la ferma fiducia nel diritto di sognare, come qualità prima per un artista. Secondariamente, la bellezza esiste senza possibilità di dubbio e soprattutto la bellezza esiste vicino al mondo dell'acqua: "Il mondo vuole essere visto. Innanzi che avesse occhi per vedere, l'occhio dell'acqua, il grande occhio delle acque tranquille, guardava i fiori sbocciare". Queste parole che Bachelard ha scritto per Monet, mi vengono in mente quando guardo i quadri di Conversano.
L'acqua si sente sempre: sia sotto la pelle delle sue donne che nel suo paesaggio, dove la presenza dell'Adriatico si avverte tra case, coltivi, macchie ed alberi.
Ma, al di là di questi dati "relativi", importa in Conversano quanto ancora dice Bachelard: "In breve, in ogni atto della sua vita e in tutte le prove della sua arte..... fu servitore e guida delle forme belle che governano il mondo". Così è anche in Conversano che, naturalmente, non è affatto ignaro degli anni in cui viviamo, ma che certo smetterebbe di dipingere se non pensasse di poter trasfondere la bellezza sulla tela.
Questo è un canone fondamentale per comprendere il suo lavoro e, come è evidente da quanto dice Bachelard, è un canone romantico idealistico, così come anche la più accorata poesia...





Luigi Serravalli

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