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Pomi d'oro. Immagini del pomodoro nella storia del gusto

Silvia Editrice

Cologno Monzese, 2006; cartonato, pp. 134, ill. col., cm 16x26.

Soggetto: Arti Grafiche (Disegno, Incisione, Miniatura),Società e Tradizioni

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 0.49 kg


Il libro di Alberto Capatti traccia con mano agile e leggera, muovendosi con abilità fra libri di ricette e trattati di economia e politica, la storia del pomodoro dal XVI secolo ad oggi. È una storia che comincia sotto l'auspicio di un buon genio, Bernardino de Sahagun, un umile e attento fraticello appartenente all'ordine Francescano il quale osservava gli indios - già in buona parte decimati - non con l'occhio rapace del conquistatore ma con lo sguardo attento dello studioso, appassionatamente occupato a registrarne i costumi, le credenze, le usanze e la lingua stessa. Dalle sue pagine si leva l'immagine a tutto tondo degli indigeni intenti a preparare una salsa di pomodoro maturo con sale, peperoncino e peperone, con la quale condiscono le tortillas di farina di mais, il pesce e la carne. Colpisce come il cibo descritto in queste pagine sia sicuramente più vicino a noi del cibo che si consumava in Italia in quel periodo e ancora nei due secoli successivi. Ciò che oggi viene considerato un segno importante e caratteristico dell'identità gastronomica del Mediterraneo era, tanti secoli fa, un alimento quotidiano e comune delle civiltà precolombiane.
Lieto dunque di constatare che una parte importante della nostra cultura materiale è costituita da alcuni elementi di quelle antiche civiltà - oltre al pomodoro non dobbiamo dimenticare il cacao e il caffè - credo tuttavia che difficilmente oggi si potrebbe ripetere un fenomeno simile. Viviamo in un mondo in cui la conquista non avviene più con le armi, ma con i mezzi di comunicazione. È un mondo che sempre di più diventa globale, e se in questo processo di globalizzazione è inevitabile un certo grado di omologazione, d'altra parte è anche vero che si assiste ad un innegabile arricchimento culturale. Consideriamo i prodotti gastronomici. Rispetto ad alcuni decenni fa l'offerta si è enormemente arricchita sia sul piano della varietà - pensiamo all'abbondanza di frutta e verdura disponibile tutto l'anno - che sul piano della qualità - pensiamo ai prodotti tipici e ai vini che vanno continuamente migliorando.
Gianfranco Vissani.

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