Antonio Ievolella. Sculture
Skira
Padova, Galleria Cavour, 25 ottobre 2014 - 11 gennaio 2015.
A cura di Baradel V.
Milano, 2014; br., pp. 144, 284 ill. b/n, 72 ill. col., cm 24x28.
(Cataloghi di Arte Antica).
collana: Cataloghi di Arte Antica
ISBN: 88-572-2639-5 - EAN13: 9788857226392
Soggetto: Collezioni,Saggi (Arte o Architettura),Scultura,Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.009 kg
Beneventano di nascita e padovano d'adozione, Antonio Ievolella ha sempre concepito la scultura come forma plastica simbolica, carica di evocazioni e di indizi narrativi capaci di riportare alla luce oggetti di una memoria soggettiva ma, allo stesso tempo, arcaica e collettiva. L'artista lavora con materiali che ostentano peso e gravità: all'inizio della sua carriera fu il tufo, poi legno e piombo e, dagli anni Novanta, l'acciaio corten. Le grandi dimensioni fanno parte della sua ispirazione creativa. Il fare imponente, monumentale a partire da forme non figurative ma intensamente allusive, lo hanno condotto alla misura urbana non solo dialogante con gli spazi intorno, ma generatrice essa stessa di senso, in grado di rinominare la realtà pre-esistente. Dopo alcune esperienze di grande valore anche riflessivo, come la collettiva site specific a Villa Domenica nel 1987 (con Mattiacci, Nagasawa, Nunzio, Icaro etc..), viene notato e apprezzato da Giovanni Carandente che lo vuole nella sua Biennale del 1988, nella indimenticabile sezione Sculture ai giardini. Da allora si susseguono mostre collettive e personali. Héléne de Franchis, dello Studio La Città di Verona, lo porta alle Fiere internazionali d'arte e inizia un collezionismo di alto profilo, soprattutto italiano e tedesco. Rimarchevoli e di grande potenza espressiva sono le sue fontane o "sculture per acqua" come quella in parco privato a Battaglia Terme titolata Campo di grano (ma conosciuta anche come Buon vento) e formata da una foresta di tubi in acciaio corten e rame di diversa lunghezza (per un totale di circa 2.700 metri), a guisa di canne sospinte e piegate dal vento, che entra e risuona nei piccoli coni di rame che fioriscono tra i tubi, e quella pubblica di Voltabarozzo chiamata Fontana. L'installazione I Guardiani della dormiente, che trasforma in una piazza monumentale l'ingresso al cimitero di Rio, è la sua opera più organica e complessa, una specie di paradigma della sua poetica. Da ultimo la grande installazione di due ghirbe giganti nella chiesa dell'Incoronata a Napoli fanno di Ievolella uno dei massimi scultori della nostra età, in grado di rappresentare con autorevolezza il polo della resistenza e della potenza della materia nel dominio incontrastato della realtà immateriale.
La monografia che accompagna l'esposizione comprende, oltre al catalogo e al regesto delle opere dello scultore, i testi della curatrice, Virginia Baradel, e di Enrico Crispolti, Andrea B. Del Guercio, Marina Bakos, Franco Biscossa e una nota poetico-visiva di stima e amicizia di Mimmo Paladino.
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