Piergiorgio Colombara. L'opera scultorea 1980-2021
Skira
A cura di S. Parmiggiani.
Testo Italiano e Inglese.
Milano, 2022; cartonato, pp. 304, 650 ill. b/n, 98 ill. col., cm 24x28.
(Cataloghi arte contemporanea).
collana: Cataloghi arte contemporanea
ISBN: 88-572-4736-8
- EAN13: 9788857247366
Soggetto: Collezioni,Saggi (Arte o Architettura),Scultura,Scultura e Arti Decorative - Monografie
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.65 kg
Dedicato alla produzione scultorea di Piergiorgio Colombara (Genova, 1948), questa monografia/catalogo ragionato è uno strumento fondamentale per conoscere l'opera di uno dei più segreti e affascinanti protagonisti della scultura italiana contemporanea Nelle oltre 300 pagine, dopo i testi introduttivi del curatore, Sandro Parmiggiani, e di Mario Botta, vengono documentati a colori alcuni dei lavori più significativi dell'artista, seguiti dalla biografia e dai contributi più importanti tratti dall'antologia critica a lui dedicata. Segue il corpus di circa 750 opere, tutte riprodotte e corredate delle relative schede; chiude il volume l'elenco delle mostre personali e collettive tenute in tutto il mondo (a partire dalla Biennale di Venezia del 1993, 2009, 2010), la bibliografia e l'elenco delle opere presenti in musei pubblici e collezioni private. Due sono le caratteristiche rilevanti dell'opera di Piergiorgio Colombara: da un lato, il ricorso all'uso combinato di vari materiali, quali bronzo, ottone, rame, ferro, ceramica, vetro soffiato, frammenti di specchio, corde, cera e inserimenti che si appropriano di antichi manufatti umani, come le figurine in bassorilievo di ottone. Ciò è funzionale a una sorta di riproposizione che continuamente reinventa e ripropone la memoria dell'antico, attraverso l'allusione a forme e all'innesto di lacerti di oggetti che vengono da un tempo perduto. Dall'altro lato, nelle opere di Colombara si respira un senso di leggerezza, la levità cara a Italo Calvino e che ha indotto il nostro scultore a inseguire, in un percorso che ormai ha valicato i quarant'anni di attività, quel processo di smaterializzazione della scultura tradizionale e di dissoluzione dei volumi che tanto affascinò Fausto Melotti.