Lisetta Carmi. Suonare forte
Skira
Torino, Gallerie d'Italia, 21 settembre 2022 - 15 gennaio 2023.
A cura di Martini G. B.
Milano, 2022; br., pp. 144, ill., cm 12x24.
(Fotografia).
collana: Fotografia
ISBN: 88-572-4876-3
- EAN13: 9788857248769
Soggetto: Collezioni,Fotografia
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.65 kg
La figura e l'opera di Lisetta Carmi, la grande interprete della fotografia sociale nella seconda metà del Novecento recentemente scomparsa Lisetta Carmi (1924-2022) è stata una delle interpreti più significativa del panorama fotografico italiano; in vent'anni di intensa attività - negli anni sessanta e settanta - ha documentato, con sguardo coraggioso e anticonformista, le realtà più difficili ed emarginate del suo tempo. Curato da Giovanni Battista Martini - amico di Lisetta Carmi e curatore dell'archivio della fotografa - e pubblicato a corredo della mostra torinese, Lisetta Carmi. Suonare forte è un tributo postumo all'importante autrice, recentemente scomparsa, che con le sue immagini ha saputo proporre un'analisi lucida di due decenni cruciali del secolo scorso. I suoi reportage colpiscono per forza poetica e valore documentaristico: dalle condizioni dei lavoratori del porto di Genova alle scene di parto, dallo stabilimento dell'Italsider alla comunità di travestiti nell'antico ghetto ebraico di Genova, dall'alluvione di Firenze alla guerra civile in Irlanda, fino ai ritratti di artisti e intellettuali quali Ezra Pound, Edoardo Sanguineti, Jacques Lacan, Lucio Fontana, Leonardo Sciascia, Claudio Abbado. Nata a Genova nel 1924 in un'agiata famiglia borghese, Lisetta Carmi a causa delle leggi razziali è costretta nel 1938 ad abbandonare la scuola e a rifugiarsi con la famiglia in Svizzera. Tornata in Italia, prosegue lo studio del pianoforte e, dopo il diploma, si dedica all'attività di concertista fino al 1960. In questi anni si avvicina in modo casuale alla fotografia accompagnando l'amico etnomusicologo Leo Levi in Puglia, quindi esegue per il Teatro Duse di Genova una serie di reportage nei quali descrive, con sguardo personalissimo, le diverse realtà e problematiche sociali della città, come, ad esempio, gli ospedali, l'anagrafe, il centro storico e le fogne cittadine. Della sua carriera di fotografa degli anni successivi si ricordano l'ampia indagine fotografica sul porto di Genova, il reportage sulla Sardegna, il libro d'artista Métropolitain con gli scatti realizzati nella metropolitana parigina e il suo progetto più noto, che nel 1972 diventerà tra molte difficoltà un libro, dedicato ai travestiti genovesi, oltre alla serie di ritratti di artisti e personalità del mondo della cultura del tempo.