Vette di luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie
Skira
Bergamo, Museo Accademia Carrara, 23 giugno - 3 settembre 2023.
A cura di Maggia F. e Rodeschini M.
Milano, 2023; br., pp. 224, 180 ill. col., cm 24x28.
(Fotografia).
collana: Fotografia
ISBN: 88-572-5102-0
- EAN13: 9788857251028
Soggetto: Fotografia
Periodo: 1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 1.15 kg
Curato da Filippo Maggia e M. Cristina Rodeschini e realizzato in collaborazione con il CAI, Club Alpino Italiano Bergamo, «Vette di luce» mette in dialogo la pittura di paesaggio di tradizione ottocentesca con la fotografia di Naoki Ishikawa (Tokyo, 1977). L'arte ha da sempre interrogato la montagna come tema ricorrente generando un confronto continuo che, nei secoli, non ha mai smesso di alimentarsi. Quella tra gli artisti e la montagna è una storia fatta di osservazioni dirette, di innamoramenti, appunti, disegni, scritti, taccuini, scoperte, studi e memorie e che ha trovato nell'Ottocento e nella pittura di paesaggio, così come nella fotografia dal Novecento a oggi, le sue massime espressioni. Le Alpi Orobie sono state immortalate nei dipinti di pittori come Costantino Rosa (1803-1878), Andrea Marenzi (1823-1891) ed Ermenegildo Agazzi (1866-1945) che hanno descritto con minuzia le bellezze e le particolarità della Val Taleggio, la Valle Brembana, la Val Seriana, le Cascate del Serio e tutta la spettacolarità della cima Presolana. A queste sorprendenti traduzioni per immagini pittoriche del paesaggio alpino, viene affiancata la campagna fotografica realizzata dal fotografo-alpinista giapponese Naoki Ishikawa in un'originale rilettura delle Alpi Orobie con l'obiettivo di documentare in forma esperienziale il paesaggio. Le fotografie di Ishikawa non solo documentano le tappe di un viaggio sentimentale e al tempo stesso antropologico, ma sono la testimonianza di uno sguardo nuovo, diverso, che si è posato sulle Alpi bergamasche. Gli artisti contemporanei, Matteo Rubbi e MASBEDO (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) invitano infine a considerare la montagna, le Orobie in particolare, come orizzonte possibile nella costruzione di una comunità in osmosi tra monti e pianura.