Un fotografo di nome Van Leo
Skira
A cura di Corganti M.
Con una biografia di Barry Iverson.
Milano, 2008; br., pp. 96, 1 ill. b/n, 46 ill. col., cm 16x24.
(Fotografia).
collana: Fotografia
ISBN: 88-6130-560-1
- EAN13: 9788861305601
Soggetto: Collezioni,Fotografia
Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo
Testo in:
Peso: 0.38 kg
La monografia presenta una selezione di circa cinquanta di immagini del fotografo armeno Leon (Leovan) Boyadjian, in arte noto come "Van Leo" (1921-2002): fotografie che, da un lato rappresentano un documento inestimabile della società egiziana degli ultimi cinquant'anni, dall'altro provano che qualcuno da qualche parte nel mondo arabo aveva saputo fare della fotografia un linguaggio, un'arte. Come scrive la curatrice Martina Corgnati nel suo saggio, "le migliaia di ritratti femminili e maschili, le migliaia di facce che Van Leo ha incastonato come gemme su montature di luci preziose e di spazi artificiali, i quattrocento e più autoritratti e le inconsuete vedute all'aperto, paesaggi e ritratti 'rubati' a qualche occasionale figura interessante che gli capitava di incontrare, sono certo una collezione di documenti di un'epoca e di una società affascinante e perduta (ancora più affascinante perché perduta), ma anche espressione di una ricerca libera e ricca di invenzioni, inequivocabile manifestazione di 'stile', termine sempre singolarmente debole quando riferito alla fotografia ma comunque, almeno in parte, efficace. Van Leo è riuscito a stabilire un rapporto particolare con il soggetto basato sull'interpretazione, e in un certo senso ha avuto la tenacia di dare forma a un genere a se stante, autonomo sia rispetto alla fotografia di moda (i corpi di Van Leo indossano solo se stessi anche se diventano altro da sé) sia rispetto al ritratto 'psicologico' o naturalista."