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Gianni Dova

Skira

Milano, Galleria Il Castello, 8 maggio - 19 luglio 2008.
Milano, Galleria Il Castello, 8 maggio - 19 luglio 2008.
Milano, 2008; br., ill. b/n, 61 tavv. col., cm 24x28.
(Arte Moderna. Cataloghi).

collana: Arte Moderna. Cataloghi

ISBN: 88-6130-745-0 - EAN13: 9788861307452

Soggetto: Pittura,Pittura e Disegno - Monografie,Saggi (Arte o Architettura)

Periodo: 1800-1960 (XIX-XX) Moderno,1960- Contemporaneo

Testo in: testo in  italiano  

Peso: 1.396 kg


Il volume intende riportare l'attenzione su Gianni Dova, uno dei protagonisti dell'arte italiana della seconda metà del Novecento e sviluppare in questo modo una riflessione sulla sua pittura. Questa significativa monografia prende le mosse da una delle prime testimonianze "nucleari" su carta del 1950 e giunge fino ai primi anni ottanta, nell'arco di un trentennio circa. Viene messo in evidenza il periodo cruciale della produzione del maestro, dalla svolta internazionale della sua pittura in chiave precocemente tachiste al ritorno alla figurazione che caratterizza la seconda metà degli anni cinquanta, all'infittirsi di un immaginario totemico-surreale dei primi anni sessanta, fino alla straordinaria liberazione dagli incubi metamorfici dalla metà dei sessanta alla metà dei settanta, al ritorno, in ultima analisi, a una meditazione che considera l'elemento naturale come imprescindibile traccia di un immaginario fantastico. Brani di una creatività inesauribile, che mostrano l'intimo spessore e la qualità intrinseca di un maestro indiscusso della cultura italiana.

La difficile eredità del periodo finale della produzione artistica di Gianni Dova, la recente e definitiva svolta degli anni ottanta, pur ricca e sensibilmente nuova, tuttavia sempre più introspettiva e autoreferenziale, obbliga, oggi, al ripensamento dell'intero percorso del pittore. La dimensione di intenzionale riservatezza, solitudine, indipendenza artistica e creativa, rischiosa e nobile esclusione dai suoi tempi sembra aver provocato negli ultimi anni, a parte poche eccezioni, un appannamento della prospettiva storica.
Se l'indipendenza di Dova appare una condizione connaturata al fare pittura o all'essere pittore, non necessariamente si deve interpretare il suo percorso creativo come alieno da interferenze e sordo alle sollecitazioni del suo tempo: un percorso che a ogni analisi appare sempre più connesso a una trama di riferimenti e legami a distanza, di suggestioni e memorie che riemergono negli anni a una coscienza vigile e attenta, in costante aggiornamento.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci